Lavoro e coronavirus: crollano le ricerche di impiego, rischio futuro di ‘inattivi’

Calano moltissimo le ricerche di offerte lavoro, i numeri parlano del 39 per cento in meno.
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5 anni fa
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Crollo delle ricerche di lavoro a causa dell’emergenza coronavirus. Secondo uno studio della Banca d’Italia soltanto a marzo sono scese del 39% le ricerche di nuovi lavori, un dato preoccupante che potrebbe anticipare la crisi per i prossimi mesi.

Crollo ricerche di lavoro

Da quando è iniziato il lockdown gli italiani si sentono sfiduciati, in seguito alla chiusura forzata della maggior parte delle aziende il futuro sembra incerto per molte di esse. La conseguenza è stata il crollo delle ricerche e durante i prossimi mesi, secondo lo studio:“insieme alla contrazione della domanda di lavoro potrebbe verificarsi una forte riduzione dell’offerta di lavoro e un aumento dello scoraggiamento“.

 

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Italiani sfiduciati

La ricerca si basa sui dati di Google, in particolare sulle parole chiave offerte di lavoro, indeed e subito lavoro, dove si è appunto notata la forte discesa di marzo nonostante la volatilità dell’indicatore. Banca d’Italia ha poi cercato riscontri analizzando le ricerche in altri settori come le parole Spotify, YouTube, Facebook etc. Il risultato è che questi sono in linea con i mesi precedenti a differenza di quelle relative alle offerte di lavoro, così come le ricerche di siti di notizie sportive o mobilità, praticamente ferme. In sostanza c’è stato un forte disinteressamento per la ricerca del lavoro, come scrive anche Wired che ha riportato i dati. È ovvio che con il perdurare dell’emergenza, e se le ricerche di lavoro sul web continueranno a rimanere basse, potrebbero aumentare gli inattivi, ossia coloro che non lavorano e non lo cercano. In questa fase è soprattutto la sfiducia e il profondo clima di incertezza a creare questo fenomeno, in cui le persone essendo costrette a stare chiuse a casa e non sapendo quando e come potranno lavorare, evitano anche di cercare impiego.

Non è un caso che molte attività rischiano anche di non poter ripartire se non si farà qualcosa per sostenere le imprese e l’Istat ha di recente parlato di un forte rischio di choc economico.

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