Lavoro e disoccupazione: imprenditore regala azienda a ‘chi ha voglia di fare’

Artigiano prossimo alla pensione pronto a lasciare la sua piccola azienda a due o tre giovani che hanno davvero voglia di lavorare.
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4 anni fa
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Si parla spesso di disoccupazione, giovani in cerca di lavoro o ragazzi che non hanno voglia di lavorare, Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e smart working, il lavoro agile da casa o da remoto che ormai sta spopolando ovunque. C’è anche chi, vicino alla pensione, ha deciso di regalare l’azienda a patto che chi l’acquisce sia pronto a sporcarsi le mani.

Regalo azienda, l’appello di un artigiano

L’appello è stato lanciato da un artigiano di Casalecchio di Reno, Andrea Franceschini, proprietario, insieme con il fratello Luca, di un laboratorio di assistenza e riparazione di attrezzature per negozi e supermercati, quali bilance, affettatrici, attrezzi per la pulizia degli alimenti etc, situato a Bologna.

L’artigiano è prossimo alla pensione e così ha pensato di cedere l’attività a due o tre ragazzi che hanno davvero voglia di fare per non doverla chiudere. Franceschini, lavora da 40 anni nel suo laboratorio ma dalla prossima primavera dovrebbe andare in pensione: “Proprio l’altra sera a casa riflettevo sul destino dell’attività che iniziò mio padre e che con mio fratello abbiamo condotto per quarant’anni, che è destinata a finire con noi. L’idea di abbassare la saracinesca per sempre mi mette tristezza, anche perché con questo lavoro non si fanno le budella d’oro, ma si vive dignitosamente…” ha detto l’uomo a Il Resto del Carlino.

A caccia di due o tre giovani che hanno davvero voglia di lavorare

Dopo 40 anni di onorata carriera, insomma, Franceschini ha intenzione di godere del meritato riposo e visto che non ha figli mentre il fratello ne ha due, ma che non sono interessati a proseguire l’attività di famiglia, è nata l’idea di regalarla a dei giovani che hanno davvero voglia di lavorare: “Si parla tanto di crisi, di disoccupazione, di mancanza di lavoro… E allora mi sono detto: perché no? Perché buttare nel rusco un’aziendina che va bene, coi suoi clienti, i suoi contratti, il suo spazio di mercato. Poi è chiaro che non c’è nulla di garantito. Le cose andranno fatte per bene” ha sottolineato l’uomo, dicendo anche che fino a quando non vedrà il primo assegno della pensione continuerà a lavorare ma da quel momento è pronto a consegnare tutto a due o tre giovani che hanno voglia di fare sul serio e non hanno paura a sporcarsi le mani.

Vedremo se l’appello dell’uomo sarà ascoltato e qualche giovane prenderà in mano la piccola azienda da portare avanti.

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