Ormai sembra assodato che entro pochi anni molti lavori cambieranno e saranno ridisegnati. L’arrivo dei robot, nella pratica, spingerà molte aziende a rivedere le figure professionali da assumere. Secondo una recente ricerca di Deloitte, la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale faranno praticamente scomparire quelle professioni a basso valore e si punterà maggiormente alla riqualificazione delle competenze.
Cosa cambierà tra un anno
Abbiamo più volte parlato di come il mondo del lavoro cambierà e nuovi mestieri, che oggi sembrano rari prenderanno il sopravvento.
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Entro il 2021, secondo lo studio in oggetto, il 61% dei lavori subirà una sorta di restyling. Le competenze, insomma, saranno riviste, cosa che comunque, al giorno d’oggi, avviene molto spesso, almeno ogni 2-5,5 anni. Questo non dipende solo dai robot che stanno prendendo il sopravvento in alcune mansioni ma anche dalla vita lavorativa che è sicuramente più lunga rispetto al passato. Entro un paio d’anni le risorse umane delle aziende aumenteranno l’uso di ‘robotic process automation‘ e già entro il 2035 alcune attività amministrative saranno gestite dall’intelligenza artificiale. Nella pratica, il lavoro di recruiter in toto sarà affidato ad un robot. E questo non sembra essere l’unico settore colpito. Anche attività quali preparazione buste paga sarà gestito da robot che prenderà quindi il posto dell’impiegato umano.
Cambiare le competenze
I lavoratori, quindi, non saranno più impegnati in attività ripetitive ma dovranno affinare le proprie competenze e cercare di essere sempre più indipendenti e in grado di esprimere il proprio potenziale. Il posto fisso sarà sempre meno realtà e il mercato andrà verso una flessibilità in cui ogni lavoratore sarà maggiormente autonomo. Gianluca Di Cicco, partner Deloitte, ha dichiarato all’Agi che “I futuri lavoratori avranno ambizioni e aspettative radicalmente diverse rispetto ai lavoratori dipendenti di qualche anno fa: saranno fortemente interessati agli obiettivi dell’azienda, attenti alle prospettive di crescita e all’equilibrio tra lavoro e tempo libero e perché no, a divertirsi lavorando.” Di contro, le aziende dovranno puntare di più alla formazione per affinare le capacità dei lavoratori.
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