Si parla spesso di lavoro e di robot, di come la tecnologia cambierà il mondo del lavoro, forse in bene, forse in peggio, dipende dai punti di vista e da ciò che si analizza. Ma non sono solo i robot a cambiare il mercato del lavoro, anche la più semplice tecnologia può farlo.
Anche la tecnologia da uno scossone al mercato
Si pensa spesso che saranno i robot a dare una svolta al lavoro, togliendo molte posizioni ridondanti che diventeranno automatizzate e dando spazio ad altre innovative, per cui servirà certamente puntare alla formazione.
I lavoratori non temono il cambiamento
Nonostante tutto, sembra che i lavoratori non hanno paura dell’intelligenza artificiale, il 54% pensa addirittura che potrebbe avere un impatto positivo e una percentuale importante non sembra affatto convinta che alla fine i robot andranno davvero a sostituire le mansioni lavorative. A dirlo il Rapporto 2018 Aidp-LabLaw a cura di Doxa su ‘Robot, Intelligenza artificiale e lavoro in Italia’. C’è comunque una certa paura quando si parla di figure che saranno sostituite, il timore è che a rimetterci saranno i meno scolarizzati e chi fa un lavoro poco qualificato, facilmente sostituibile dalle macchine.
Secondo Francesco Rotondi, co-founder LabLaw, invece “Gli impatti che si percepiscono in termini di occupazione non sono legati tanto alla perdita di posti di lavoro in quanto tali, non si tratterà di perdita di posti di lavoro ma di trasformazione, nel senso che non tutte le mansioni connesse a questi posti di lavoro colpiti potranno essere delegate ai robot. Il lavoro, in sostanza, ci sarà, ma dovremo essere in grado di gestire la trasformazione, di favorire percorsi fondati sull’acquisizione delle competenze necessarie a continuare ad essere parte di un mercato del lavoro che, come in passato, si adeguerà alla rivoluzione tecnologica in corso. Questo aspetto sembra ben presente nella percezione dei lavoratori e la partita si sposta sul piano delle relazioni industriali. Per salvare il lavoro, i sindacati dovranno trattare sempre di più il tema della qualificazione professionale, che sarà centrale per tutti”.
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