Era inevitabile che il governo, anche cancellando l’opzione donna e l’Ape sociale, avesse un occhio di riguardo per determinate categorie di lavoratori. E soprattutto per le attività che loro svolgono. Il governo come dicevamo ha deciso di cancellare l’Ape sociale ma non per questo ha deciso di eliminare tutte le misure che consentono a chi svolge un lavoro gravoso di poter accedere alla quiescenza in maniera anticipata. Nel momento in cui escono novità sulle pensioni, i dubbi dei lavoratori diventano sempre superiori a quelli che erano in precedenza.
Gentili esperti di Investire Oggi, sono un lavoratore che compirà 63 anni di età a gennaio. Ho già 33 anni di contributi versati e quindi avrei dovuto aver diritto all’Ape sociale nel 2024 se solo il governo l’avesse prorogata. Invece da quando sto leggendo, il governo ha deciso di varare una misura che consente sempre l’uscita a 63 anni di età ma con 36 anni di contributi versati e non più con 32. Mi confermate questo e quindi mi confermate il fatto che non avrò diritto alla pensione nemmeno l’anno prossimo?. Fossi nato a dicembre e non a gennaio, potevo già andare in pensione adesso e invece tutto è andato a rotoli.”
Lavoro gravoso e pensioni, ecco per chi il 2024 porterà peggioramenti
Effettivamente da quanto si è letto nella legge di Bilancio e secondo il testo appena approvato dal governo, l’Ape sociale non ci sarà più nel 2024. La misura però verrà sostituita da una simile ma con requisiti contributivi peggiori. Era praticamente impensabile che il governo decidesse di finirla con i lavori gravosi e con le misure di pensionamento agevolato per chi svolge un lavoro logorante.
Cosa cambia rispetto all’Ape sociale nel 2024
Alla luce di queste informazioni, che sono suscettibili ancora di modifiche durante l’iter di approvazione della legge di Bilancio, i più penalizzati sono gli invalidi, i caregivers e i disoccupati, che passano da 30 anni come soglia contributiva, a 36 anni. Ma ci rimetteranno anche edili e ceramisti. Che erano due tra le categorie di lavoro gravoso che prevedevano 32 anni di contribuzione versata per l’Ape sociale e che adesso salgono a 36. E c’è chi, come il nostro lettore, esce penalizzato da questo cambiamento. Di fatto vengono meno i requisiti contributivi agevolati per gli edili, e per molti sarà un serio problema.
Novità dagli emendamenti?
Sicuramente non mancheranno gli emendamenti che chiederanno la correzione di alcuni punti della manovra. E forse a partire proprio da questo cambio di contribuzione necessaria per alcuni lavoratori. Non è impossibile che qualcosa di nuovo venga introdotto e che cambino le misure previste. Sull’età crediamo nulla si possa fare visto che in pratica 63 anni è stata individuata come l’età idonea per consentire alcuni pensionamenti in anticipo. Ma sui contributi, se è vero che si cercano scorciatoie per le donne e per il requisito dei 35 anni necessari, qualcosa ci si può aspettare pure per i lavori gravosi.