Lavoro nero e maxisanzioni non solo per il datore di lavoro ma anche per il lavoratore che ha dichiarato di essere disoccupato. La lotta contro il lavoro nero continua, adesso anche il lavoratore deve prestare molta attenzione.
Di solito, colui che presta lavoro in nero viene considerato la parte debole del rapporto e non rischia sanzione se viene scoperto. In più dei casi essere scoperti porta il vantaggio che la posizione lavorativa viene regolarizzata anche in modo pregresso. Vediamo i cambiamenti e cosa stabilisce la legge.
Lavoro nero: la riforma prevede la sanzione per entrambi
Sanzione datore di lavoro: a seguito della riforma dell’impianto sanzionatorio introdotta dal d.lgs. n. 151/2015, il datore di lavoro rischia una sanzione pecuniaria molto alta, può arrivare ad un massimo di 36.000 euro per ogni lavoratore occupato in nero.
L’importo della sanzione viene calcolato in base ai giorni di effettivo lavoro, per ciascun lavoratore in nero. L’importo è aumentato del 20% in caso di lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno o con permesso scaduto, e per l’occupazione in nero di minori, in età non lavorativa.
Il datore di lavoro può ridurre la sanzione se si avvale della diffida obbligatoria.
Lavoro nero e diffida obbligatoria
La diffida obbligatoria consiste nell’effettuare la comunicazione obbligatoria anticipata al Centro per l’Impiego con l’indicazione del giorno di effettiva instaurazione del rapporto di lavoro. Non basta effettuare la comunicazione con data retroattiva, bisogna effettuare tutti i versamenti (contributivi fiscali ecc) richiesti dal personale ispettivo, ed ottenere l’ammissione al pagamento ai minimi di legge delle relative sanzioni.