Gli stranieri e il lavoro in Italia: su questo argomento la disinformazione, anche a sfondo razzista, è dilagante. Troppo facile dire che “ci rubano il lavoro”. Analizzando più da vicino gli ultimi dati Istat sembrerebbe piuttosto che le posizioni aperte nelle aziende sono “cucite” addosso a profili di candidati stranieri. Ecco perché, per loro, spesso a questi livelli essere assunti è più facile. Non ne facciamo solamente un discorso di stipendio: la crescita del numero di occupati stranieri è stata del 8,5% a inizio 2017 rispetto al primo trimestre 2014, mentre quella di occupati italiani si è fermata al 2,59%.
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Questa tendenza porta con sé un rischio per l’integrazione: se la concorrenza tra stranieri e italiani in cerca di lavoro si concentra solo ad alcuni livelli o in specifici settori (quelli dagli stipendi più bassi) è facile infatti prevedere un acutizzarsi della guerra tra poveri e di fenomeni razzisti.
Partendo da questi dati inoltre viene da chiedersi: conviene o no studiare e specializzarsi per trovare lavoro? Ad uno straniero in Italia probabilmente no, stando ai numeri. Ma ai giovani italiani? Di recente si è parlato molto di alcune provocazioni (ha fatto discutere la frase di Briatore sulle maggiori possibilità di trovare lavoro per un idraulico rispetto ad un laureato).
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