Si parla molto dell’Italia e del mercato del lavoro perennemente in crisi. A metterci lo zampino, stavolta, è l’Ocse che ha letteralmente bocciato il mercato italiano a causa della scarsa sicurezza, senza contare la quantità. Sono molti i fattori che sembrano pesare a tal proposito. A dirlo l’ultimo rapporto “Job Strategy”.
Il lavoro in Italia scarseggia ma non è solo questo il problema
I problemi italiani quando si parla di mercato del lavoro sono ben noti. Secondo l’Ocse non solo scarseggia a livello quantitativo ma anche parlando di inclusività.
Tasso alto anche per il sottoutilizzo della forza lavoro che è pari al 42,9% in Italia, poco meno della Grecia, considerata la maglia nera. Per gli altri paesi la media è del 27,2%. Dunque, si tratta di dati importanti che mostrano, ancora una volta, come l’Italia si trova sempre indietro.
Il confronto e il problema della disparità di genere
Il confronto con gli altri paesi è impietoso. Non brilliamo nemmeno per qualità del lavoro mentre i paesi dove i tassi sembrano ottimali sono la Danimarca, dove la paga oraria resta sui 29,8 dollari e in genere quelli scandinavi. L’Italia resta anche tra le peggiori parlando di sicurezza sul lavoro ossia la possibilità di perdere il posto e restare senza occupazione e reddito.
Dati negativi anche parlando di stress da lavoro, ma qui possiamo dire di essere nella media Ocse. nel nostro paese un lavoratore su 3 sostiene che il carico di lavoro è troppo e di sentirsi stressato, peggio di noi la Grecia, con uno su due, mentre in Norvegia soltanto uno su sette si sente sotto stress.
La situazione più paradossale riguarda la povertà relativa; nel nostro paese si stima che il 15% vive in famiglie dove il reddito è inferiore del 50% rispetto alla media Ocse. Resta alta anche la disparità di genere. Siamo noni sia per il divario uomo e donna sia per quello occupazionale. A penare di più non solo le madri con figli a carico ma anche giovani che non studiano e non lavorano, stranieri, over 55 e disabili.
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