Lavoro come portiere è usurante? Le ultime novità

Il lavoro come portiere è classificato come lavoro gravoso o usurante? La Cassazione ribalta le decisione dell'Inps e lo considera usurante.
7 anni fa
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portiere

Lavoro come portire, un nostro lettore ci ha inviato un quesito:

Buonasera,volevo sapere se il portiere addetto alle pulizie di un edificio è considerato dall’INPS come lavoro gravoso. Grazie e saluti.

In questo articolo valuteremo il lavoro come portiere se gravoso e ci allacceremo alle ultime novità della Cassazione che ha individuato questa tipologia di lavoro come usurante.

Attività lavorative  Gravose

Ecco una tabella che evidenzia tutte le attività considerate gravose.

lavoro gravoso

L’attuale norma include solo i lavoratori dipendenti, (sono esclusi gli autonomi),  a condizione che tali attività siano state espletate per almeno sei anni in via continuativa negli ultimi sette anni di attività prima dell’accesso alla richiesta di pensionamento.

Il lavoro come portiere incontra molte resistenze sul lavoro gravoso, anche se si occupa di lavoro di pulizie. Una sentenza della Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dell’INPS e considerato il lavoro come portiere un lavoro usurante.

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Lavoro portire e lavoro usurante

Una sentenza della Corte di Cassazione ha ribaltato la classifica del lavoro di portiere come lavoro usurante. I Giudici hanno accolto la richiesta di un portiere napoletano che aveva richiesto all’INPS la pensione di invalidità.

Non poche resistenze in merito al mestiere del portiere classificato come usurante, difficile , quasi impossibile il  riconoscimento dell’invalidità per chi svolge l’attività di portierato.

L’uomo di 63 anni si era visto negare la pensione sia dall’INPS che dalla Corte d’appello di Napoli.

La richiesta era stata negata anche dalla Corte di merito che precisava: “le alterazioni artrosiche di entità medio grave non incidono sulla capacità lavorativa” di un portiere occupato in “movimenti di modesto valore ergonomico”.

La sezione Lavoro della Cassazione, non ha ritenuto valido il giudizio della Corte di merito  che ha accolto il ricorso del portiere, nella sentenza viene chiarito che non esistono “fonti scientifiche o sperimentali atte a sorreggere l’affermazione che l’attività del portiere si sostanzia in movimenti di modesto valore ergonomico”.

Il lavoratore in questione, si difendeva precisando che il suo lavoro è doloroso e usurante, adetto alle pulizie delle scale e l’androne del condominio ogni giorno e affetto da artrosi.

La causa ha avuto un iter lunghissimo ma alla fine la Suprema Corte ha giudicato fondato il ricorso, “non si può concludere nel senso di una scarsa incidenza del quadro patologico sulla capacità del lavoratore richiamando l’età anagrafica, non certo giovanile, poiché trattasi di soggetto di oltre 60 anni di età”.

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