“Se si abbassano gli stipendi della gente questa compra di meno, e se compra di meno le aziende stesse vendono di meno, e se vendono di meno non solo non assumeranno nessuno, ma licenziano anche“, afferma Paolo Barnard.
L’economia, in effetti, è come un serpente che si mangia la coda. Complice la crisi economica in atto molte famiglie non riescono ad acquistare tutti i beni e servizi di proprio gradimento. Questo comporta minori entrate per le aziende che di conseguenza non hanno bisogno di assumere nuove persone.
Anzi, in alcuni casi la situazione può rivelarsi così critica da dover decidere di chiudere i battenti o comunque licenziare dei dipendenti. Proprio soffermandosi su quest’ultima decisione è importante stare attenti a quanto previsto dalla normativa vigente. Questo perché, ad esempio, vi è un caso in particolare in cui non si può licenziare una persona in età pensionabile. Ecco di quale si tratta.
Recesso ad nutum, le novità introdotte dal Decreto Salva Italia
Il decreto legge numero 201 del 6 dicembre 2011, meglio conosciuto come decreto “Salva Italia”, ha introdotto delle importanti novità per quanto concerne il mondo del lavoro e delle pensioni. Entrando nei dettagli, al comma 4 dell’articolo 24 del suddetto decreto viene introdotta una disposizione che permette ai lavoratori di continuare a lavorare anche oltre i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia, fino all’età di 70 anni. Entrando nei dettagli si legge:
“Per i lavoratori e le lavoratrici la cui pensione è liquidata a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (di seguito AGO) e delle forme esclusive e sostitutive della medesima, nonché della gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, la pensione di vecchiaia si può conseguire all’età in cui operano i requisiti minimi previsti dai successivi commi. Il proseguimento dell’attività lavorativa è incentivato, fermi restando i limiti ordinamentali dei rispettivi settori di appartenenza, dall’operare dei coefficienti di trasformazione calcolati fino all’età di settant’anni, fatti salvi gli adeguamenti alla speranza di vita”.
Lavoro, quando non è possibile licenziare un dipendente in età di pensione
Stando a quanto previsto dalla Legge Fornero, i datori possono licenziare senza motivazione un lavoratore che ha raggiunto i limiti di età previsti per la pensione di vecchiaia.
Tuttavia, come sottolineato dalla Corte di Cassazione, non è sufficiente aver maturato i requisiti anagrafici e contributivi per attuare il recesso ad nutum. È bensì necessario che il trattamento pensionistico possa essere effettivamente erogato a favore del lavoratore. È quanto stabilito dall’Ordinanza numero 13181 del 25 maggio 2018, che ha sottolineato come il licenziamento di un soggetto in possesso dei requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia può aver luogo solo se la possibilità di ottenere il trattamento è reale e non soggetto a possibili ritardi o comunque ostacoli di carattere burocratico.