Lavoro, primi segnali di ripresa post Covid: cosa dicono i numeri

Lavoro, ad aprile i primi segnali di ripresa post Covid: cosa dicono i dati Istat e quali sono gli scenari futuri.
4 anni fa
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Dal prossimo anno non si potrà più lavorare da esterni senza partita IVA?
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Non solo brutte notizie: dopo un anno di crisi, chiusure ed emergenze, sul fronte lavoro i numeri sembrano confermare i primi segnali di ripresa post Covid.

I dati sono stati forniti dalla nota mensile dell’Istat, del 1° giugno 2021, con il quale l’Istituto ha provato a fare il punto sull’andamento dell’occupazione in Italia ad aprile 2021.

Gli effetti del Covid sul mondo del lavoro: cosa dicono i numeri

La rivelazione Istat ha analizzato innanzitutto l’impatto che il Covid ha avuto nel mondo del lavoro, nel lungo termine.

Mettendo a paragone i dati 2020 con quelli 2021, è infatti emerso che: “Confrontando il trimestre febbraio-aprile 2021 con quello precedente (novembre 2020-gennaio 2021), il livello dell’occupazione è inferiore dello 0,4%, con una diminuzione di 83mila unità”.

Nel trimestre sono aumentate le persone in cerca di occupazione (+4,8%, pari a +120mila), a fronte di un calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,6%, pari a -79mila unità).

Le chiusure ripetute, così come l’introduzione delle nuove restrizioni, hanno ovviamente influenzato anche i livelli di occupazione nel Paese. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria (marzo 2020) fino a gennaio 2021, infatti, c’è stato un calo tendenziale dell’occupazione pari a -0,8% (ovvero -177mila unità). E il tasso di occupazione è sceso, in un anno, di 0,1 punti percentuali.

Tra le categorie più colpite, ovvero quelle più colpite dalla crisi occupazionale, ci sono: gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e prevalentemente i lavoratori appartenenti alla fascia d’età 35/49 anni.

Nello specifico, la diminuzione dell’occupazione (-889 mila unità, -3,9% rispetto al primo trimestre 2020) ha coinvolto i dipendenti (-576 mila, -3,2%), soprattutto se a termine, e gli indipendenti (-313 mila, -6,0). Inoltre, il calo interessa sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale (-3,8% e -4,2%, rispettivamente).

Lavoro, ad aprile i primi segnali di ripresa post Covid

Come riportato dalla rilevazione sulle Forze di lavoro Istat, che dall’inizio degli anni ’50 fornisce le stime ufficiali degli occupati e delle persone in cerca di lavoro e altre fondamentali informazioni sull’andamento del mercato del lavoro, il 2021 si è aperto con importanti novità per il settore lavoro.

I dati statistici, analizzati analogamente a quanto stabilito dal Regolamento (UE) 2019/1700, hanno tenuto conto sia dei cambiamenti dell’anno appena trascorso che delle ultime evoluzioni. Quello che è emerso, essenzialmente, è che dopo un anno di pandemia qualche segnale positivo di ripresa si è iniziato a registrare a partire da aprile 2021.

Occupazione

Per esempio, concentrandosi sul breve termine, nell’arco di un mese, rispetto a marzo, ad aprile 2021 è stato rivelato un lieve aumento degli occupati e una crescita più consistente dei disoccupati, a fronte di una diminuzione degli inattivi. La crescita dell’occupazione (+0,1%, pari a +20mila unità) ha coinvolto le donne, i dipendenti a termine e i minori di 35 anni. Diminuiscono invece gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e gli ultra 35enni. Nello stesso periodo, di controparte, il tasso di occupazione è salito al 56,9% (+0,1 punti).

Persone in cerca di lavoro

L’aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+3,4% rispetto a marzo, pari a +88mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere e tutte le classi d’età. Tuttavia, anche se il tasso di disoccupazione è salito al 10,7% (+0,3 punti), tra i giovani è stato meno impattante, scendendo di solo -0,2 punti (con percentuali intorno al 33,7%).

Inattivi

Altro dato incoraggiante, ad aprile, rispetto al mese precedente, è diminuito anche il numero di inattivi di 15-64 anni (-1,0%, pari a -138mila unità). E il tasso di inattività è sceso al 36,2% (-0,3 punti).

Lavoro e prospettive per l’economia italiana

Dati alla mano, è possibile oggi provare a tirare le somme anche sugli andamenti futuri di economia e lavoro in Italia. Secondo l’Istat, nei primi mesi dell’anno lo scenario internazionale è stato caratterizzato da una decisa ripresa del commercio mondiale e da un progressivo miglioramento della produzione, seppure con tempistica e ritmi eterogenei tra i paesi.

Per l’Italia si prevede una sostenuta crescita del Pil sia nel 2021 (+4,7%) sia nel 2022 (+4,4%). E in linea con la crescita del Pil sarà l’occupazione (è previsto difatti un aumento del 4,1% tra il 2021 e il 2022, con un accelerazione pari a +4,5%). Analogamente, anche il commercio manifesta già segnali di ripresa.

Non a caso, tutti i principali settori di attività economica iniziano a registrare aumenti su base tendenziale. La crescita più ampia caratterizza i settori delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+363,2%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (+327,3%), delle altre industrie (+160,9%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+149,3%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+132,8%).

Maggiore produttività comporterà quindi maggior bisogno di forza lavoro, il che avrà un effetto di abbattimento dei tassi di disoccupazione inevitabile. Dopo un anno di perdite, il trend occupazionale post Covid si conferma quindi positivo.

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