Stipendio troppo basso e orari di lavoro massacranti. Mansioni troppo pesanti rispetto al salario erogato dalle strutture. Stagioni lavorative sempre più corte che determinano un altrettanto sempre più breve periodo coperto dall’indennità per disoccupati a fine stagione. Sono le problematiche sempre più frequenti nel lavoro stagionale, quello relativo alle attività turistico e ricettive più comuni. Parliamo del lavoro di cameriere, cuoco, aiuto cuoco, bagnino, animatore turistico e così via dicendo. Problematiche che negli ultimi tempi hanno aperto ad un altro genere di situazione. La carenza di personale, che molti collegano al reddito di cittadinanza.
Perché accettare un lavoro nel settore, con tutti i problemi prima citati, e rischiare di perdere il sussidio per tutto l’anno? Una domanda che ha portato alla carenza di personale che molte attività del settore lamentano da tempo. Il governo però ha deciso di intervenire in materia. Prima di tutto concedendo la possibilità ai beneficiari del reddito di cittadinanza di poter lavorare qualche mese in estate, senza che il reddito da lavoro incida sul sussidio. E poi varando un autentico bonus stipendio per i lavoratori del settore nella stagione 2023.
“Salve, in televisione ho sentito che per il settore turistico ci sarà un bonus del 15% sullo stipendio. Dal momento che dal 15 giugno ho iniziato la mia ennesima stagione estiva in albergo, come cameriere di sala, mi chiedevo se fosse vera questa notizia. E se davvero c’è questo bonus, cosa devo fare per ottenerlo?”
Lavoro stagionale settore alberghiero: la stagione 2023 si apre con un bonus stipendio, ecco di cosa si tratta
Lo hanno immediatamente ribattezzato bonus estate. E parliamo di una misura che riguarda il lavoro nel settore turistico ed alberghiero, per i lavoratori del settore. Tutto vede i natali dagli emendamenti al decreto Lavoro che hanno fatto capolino durante l’iter di conversione in legge del decreto in Parlamento. Una proposta correttiva del decreto (l’emendamento di fatto è una proposta di inserimento di un provvedimento in un atto), che prevede un bonus da erogare ai lavoratori, e finanziato con oltre 54 milioni di euro. Come dicevamo, diversi i motivi che hanno spinto a pensare ad un provvedimento del genere. Ridare appeal al settore, che come dicevamo lo ha perso per via delle mansioni e degli stipendi. E ridare ossigeno ai lavoratori, i cui stipendi, non solo nel settore alberghiero e ricettivo, hanno perduto potere di acquisto.
La formula del bonus è ormai chiara. Si tratterà di un trattamento integrativo sullo stipendio, pari al 15%. Ma non su tutto lo stipendio.
A chi si rivolge il bonus estate del settore turistico e alberghiero
Oltre che essere impegnati nel settore del turismo, degli alberghi e delle strutture ricettive in genere, sarà necessario rispettare un altro paletto. Bisogna essere regolarmente assunti nel periodo che va tra il primo giugno 2023 ed il 21 settembre 2023. E poi bisogna aver dichiarato un reddito sotto i 40.000 euro nell’ultimo anno di imposta chiuso, che è quello 2022. Il surplus del 15% che spetterà ai lavoratori del settore turistico ed alberghiero riguarderà le voci di lavoro straordinario. In un settore dove difficilmente si svolgono 8 ore di lavoro al giorno e basta, evidente che il richiamo al lavoro straordinario è all’ordine del giorno.
Per esempio il lavoro notturno è una fattispecie di situazione molto comune nel settore. In altri termini, lavoro notturno e lavoro straordinario potrebbero essere retribuiti grazie a questo bonus, con un surplus del 15% da calcolare sulla paga lorda di queste ore di lavoro. E soprattutto, senza che questo emolumento aggiuntivo finisca con l’essere tassato o con l’aumentare il reddito percepito.
Servirà una richiesta per ottenere questo surplus di stipendio
Al momento parliamo di un emendamento, pertanto non ci sono informazioni sicure soprattutto per le modalità con cui si otterrà il beneficio. Servirà domanda da parte del lavoratore o no? Il bonus sarà versato direttamente in busta paga dal datore di lavoro o solo a fine stagione? Domande che potranno ottenere una risposta solo una volta che il decreto Lavoro, ovvero il decreto n° 48/2023, finirà in Gazzetta Ufficiale dopo aver completato il suo iter di conversione in legge.