Chi fa il turno di notte a lavoro può addormentarsi o per questo, se colto in flagrante, rischia sanzioni e perfino il licenziamento? Il turno di notte è trattato fiscalmente e retribuito in modo specifico proprio tenendo conto del fatto che si tratti di una mansione usurante. E’ chiaro quindi, fatta anche questa premessa, che non si è pagati per dormire e che chi lo fa commette un “inadempimento della prestazione lavorativa”.
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Lavoro turni notturni: chi dorme può essere licenziato
Proprio partendo da questa premessa, la Cassazione ha accolto il ricorso di Autostrade per l’Italia contro una pronuncia della corte d’Appello dell’Aquila che aveva annullato il licenziamento di un ausiliario alla viabilità autostradale disponendo il suo reintegro nel posto di lavoro.
In grado di appello i giudici avevano ritenuto eccessiva la sanzione del licenziamento considerando sufficiente una multa. Ma la Suprema Corte, accogliendo il ricorso, ha optato per il pugno duro: durante il turno notturno chi dorme può essere legittimamente licenziato senza se e senza ma. Non solo si trasgredisce ai propri compiti professionali ma anche ai “principi di buona fede e correttezza nell’esecuzione del contratto di lavoro”. Stretta quindi non solo sui furbetti del cartellino ma anche su chi non ottempera ai propri diritti in caso di lavoro notturno.
La sentenza promette di fare scuola per eventuali casi simili che regolano i diritti e i doveri dei lavoratori notturni.
Del lavoro notturno abbiamo parlato spesso anche in merito alla qualifica di attività usurante e ai relativi diritti in merito alla pensione anticipata. Leggi qui per maggiori approfondimenti.