Se i concorsi pubblici abbondano in questo periodo, i candidati un po’ meno. I selezionati, poi, scappano a gambe levate. Ecco perché i concorsi dell’Agenzia delle Entrate introducono una novità importante: cancellano l’obbligo di tirocinio. Il problema della mancanza di candidati si è fatto sempre più pressante tanto da richiedere un intervento del governo tramite il decreto Pnrr e altri piccoli interventi mirati. Sì, perché i concorsi pubblici non attirano più i potenziali interessati dotati delle avanzate competenze necessarie per mandare avanti le amministrazioni, organismi fragili soggetti a facile confusione.

Perché, in un periodo di inflazione alle stelle, è così complesso trovare candidati con i profili tecnici richiesti? Perché i concorsi pubblici raccolgono così pochi iscritti e perché molti selezionati si tirano indietro?Scopriamolo subito e capiamo meglio come funzioneranno i concorsi dell’Agenzia delle Entrate d’ora in poi.

Concorsi pubblici e mancanza di candidati: cosa succede?

Come scritto nero su bianco anche nei bandi dei concorsi pubblici più recenti, le retribuzioni sono troppo basse rispetto alle competenze richieste. Come se non bastasse, i contratti offerti sono quasi sempre a tempo determinato. Un problema che si verifica anche nei concorsi dell’Agenzia delle Entrate. Le recenti statistiche parlano chiarissimo. Sebbene ci sia un minimo di partecipazione alle selezioni pubbliche, alla fine almeno 2 vincitori su 10 rinunciano all’incarico. A conti fatti, probabilmente, si rendono conto che non ne vale la pena. Mentre il costo della vita impenna e gli italiani consumano a grande velocità i risparmi accumulati in anni per stare a galla, gli stipendi incredibilmente bassi non sono più un’opzione.

Il risultato è chiaro e lampante: le pubbliche amministrazioni si ritrovano senza organico tecnico e sono spesso in panne. Ecco perché è intervenuto anche il decreto Pnrr con i correttivi del governo, studiato per evitare il continuo flop dei concorsi.

Prevede infatti la stabilizzazione dei tecnici del Pnrr e dei funzionari assunti al Sud per rendere più forti ed efficienti le pubbliche amministrazioni del Sud Italia. A partire da marzo 2023, quelli che avranno portato avanti 15 mesi di servizio consecutivi otterranno in premio il contratto a tempo indeterminato.

In quest’ottica, anche i concorsi dell’Agenzia delle Entrate fanno un passo avanti per attirare nuovi candidati. Vedremo a breve esattamente come.

Il parere dei sindacati sul problema

Lo scorno sulla situazione delle pubbliche amministrazioni senza personale ha già scatenato il commento dei sindacati. Ne aveva parlato anche Massimo Battaglia, il segretario generale Confsal-Unsa che aveva dichiarato come il nuovo precariato e la questione salariale fossero due priorità da affrontare immediatamente. Sia per il bene delle PA, sia per quello dei lavoratori in cerca di occupazioni adeguate. I numeri del passato non lasciano spazio a dubbi: il pubblico impiego, tra il 2011 e il 2020, ha creato 145mila precari, mai così tanti dal 1977.

I lavoratori della PA a tempo indeterminato nello stesso periodo sono stati solo 73mila. Dati Istat che lasciano a bocca aperta, ma spiegano bene il disinteresse dei possibili candidati nei confronti dei concorsi. Intanto, la mancanza di organico per diversi ministeri cresce al 30%. Come spiegato da Battaglia:

Mentre la politica vuole giustamente una PA sempre più efficiente, continua lo svuotamento delle professionalità e dei lavoratori dagli uffici per via dei pensionamenti in blocco e delle dimissioni di personale. Ci sono amministrazioni con gravi carenze di organico. È impossibile continuare così, ci vogliono concorsi celeri con un nuovo modello assunzionale.

E proprio per stimolare il giusto cambiamento, i sindacati incontreranno il 3 marzo il ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo. Il focus della discussione sarà rivolto proprio all’adeguamento degli stipendi e ai rinnovi 2022-2024, ma verranno affrontate tante altre questioni correlate.

Concorsi dell’Agenzia delle Entrate: i prossimi previsti

Torniamo al caso dei concorsi dell’Agenzia delle Entrate che, nel tentativo di affrontare il fenomeno e attirare nuovi candidati, hanno introdotto una novità.

Il comitato di selezione, mentre si prepara a selezionare circa 3mila risorse a breve, ha eliminato l’obbligo di tirocinio per i neo assunti. Fino a oggi, i candidati potevano ottenere un contratto a tempo indeterminato dall’Agenzia delle Entrate solo in seguito allo svolgimento di un tirocinio di un anno. Una regola vista da molti come potente disincentivo, quindi gli interessati non facevano che languire.

Un cambiamento era quindi divenuto necessario. Il mondo del lavoro non fa che parlare chiaro: sempre più dimissioni lo rimescolano. I lavoratori sono in cerca di posizioni stabili, di possibilità di carriera, ma soprattutto di stipendi adeguati al costo della vita che assicurino potere d’acquisto. Nessuno può più ignorare il trend e fare orecchie da mercante, PA comprese. Intanto, dal 13 al 18 marzo si terranno le prove d’esame per il più recente concorso dell’Agenzia delle Entrate, ma la legge di Bilancio ha previsto altre 3.900 assunzioni quindi si terranno nuove selezioni sparse fino al 2024. Attireranno, finalmente, la curiosità dei potenziali selezionati?