Le 3 grandi banche italiane sono rischiose? Ecco quello che devi sapere

In era di "bail-in", analizziamo la solidità delle prime 3 banche italiane: Intesa-Sanpaolo, Unicredit e MPS. Ecco i dati sul grado di patrimonializzazione e sui crediti a rischio.
9 anni fa
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Unicredit e Intesa solide, MPS no

Infine, Intesa-Sanpaolo. L’istituto detiene crediti deteriorati per 64,4 miliardi, di cui quasi la metà già coperti, per cui quelli netti sono pari a 34,1 miliardi, circa il 9% degli impieghi. Le sofferenze lorde ammontano a 55 miliardi, ma quelle nette sono di appena 20,5 miliardi, meno della metà del valore del suo patrimonio netto e della sua capitalizzazione in borsa, che oggi si aggira sui 47,6 miliardi. Certo, nel caso di MPS potremmo eccepire che l’alta svalutazione dei crediti abbia inciso negativamente sui conti degli anni passati e che ciò abbia influito anche sul suo valore in borsa.

Se ciò è verosimile, resta il fatto che le grandezze in discussione appaiono abbastanza squilibrate, considerando da un lato i crediti e le sofferenze netti e dall’altro il patrimonio netto e la capitalizzazione in borsa. In pratica, Rocca Salimbeni avrebbe rischi enormemente più elevati delle risorse con le quali potrebbe sostenerli. Viceversa, Unicredit e, in particolare, Intesa-Sanpaolo godrebbero di capitali superiori al massimo delle perdite, che potrebbero accusare. E chiediamoci, infine, come siano messe nel loro insieme queste prime 3 banche, rispetto alla media nazionale. Ebbene, su 200 miliardi di sofferenze, esse ne detengono quasi la metà, ma si consideri che rappresentano il 60% degli impieghi nazionali. Anche il tasso di copertura di questi crediti molto rischiosi risulta superiore alla media nazionale, che è del 45%.            

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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