Andare in pensione prima dei 60 anni o poco dopo.
Le alternative sono diverse e permettono di superare i paletti della legge Fornero a doppio requisito anagrafico e contributivo. Legge che sarà sicuramente oggetto di modifiche con la riforma delle pensioni per la quale Governo e sindacati hanno già avviato un tavolo di discussione.
L’uscita anticipata con la legge Fornero
In applicazione della legge Fornero, il diritto alla pensione di vecchiaia scatta al compimento di 67 anni con almeno 20 anni di contributi versati.
Tuttavia, l’uscita anticipata dal mono del lavoro è ammessa anche con la legge Fornero.
A tal fine, è necessario il raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne) indipendentemente dall’età.
Per andare in pensione a 60 anni, questa è un’ipotesi percorribile per chi ha iniziato a lavorare appena compiuti i 18 anni.
L’alternativa Opzione donna
Anche con Opzione donna, è possibile andare in pensione in via anticipata prima dei 60 anni.
Nello specifico, Opzione donna e il trattamento pensionistico anticipato riservato alle lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2021:
- un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed
- un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).
Attenzione, per i lavoratori dipendenti, ai fini del conseguimento della pensione, è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma.
Andare in pensione con opzione donna non è così conveniente. Infatti, rispetto all’assegno pensionistico che maturerebbe andando in pensione con le regole ordinarie (pensione di vecchiaia), si perde tra il 10 e il 25 per cento. L’assegno è calcolo interamente con il sistema contributivo.
Lavoratori e lavoratrici precoci. Quota 41
Anche nel 2022 sarà possibile andare in pensione con quota 41. A prescindere dall’età anagrafica.
Quota 41 è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci), si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione (Fonte portale INPS).
Per accedere a quota 41 è necessario trovarsi in una delle seguenti condizioni:
- stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi;
- invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile;
- coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- aver svolto attività particolarmente faticose e pesanti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67 (attività usurante di cui al decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 19 maggio 1999, addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo).
Quota 102
Il pensionamento anticipato può essere raggiunto anche con quota 102.
In questo caso è richiesto entro la data del 31 dicembre 2022:
- un requisito anagrafico ossia un’età pari almeno a 64 anni e
- un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
Il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2022, può essere esercitato anche successivamente a tale data.