A volte i mostri vengono creati per spaventare i bambini e tenerli entro determinati confini. Altre volte sono suggestioni collettive, ma che le auto cinesi ci spiino, o che soprattutto stiano cercando di rubare i segreti degli americani, potrebbe non essere solo un’invenzione politica per fare ostruzionismo contro il mercato cinese. O forse è proprio così? Negli ultimi anni, l’industria automobilistica globale è stata dominata dall’innovazione tecnologica, in particolare con l’avvento delle auto connesse e dotate di sistemi di guida assistita.
Perché le auto cinesi sono viste come una minaccia?
Le automobili moderne non sono più semplici mezzi di trasporto. Con la diffusione dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistance System), le vetture sono diventate dispositivi connessi, in grado di raccogliere una vasta gamma di informazioni attraverso videocamere, microfoni, GPS e sensori vari. Questi dati possono includere immagini, video e informazioni precise sulle strade e i territori percorsi. In determinate circostanze, queste informazioni potrebbero essere raccolte in aree strategiche per la sicurezza nazionale, diventando un potenziale strumento di sorveglianza. Secondo il Governo USA, se i dati raccolti vengono inviati a server situati in Paesi considerati ostili, come Cina e Russia, potrebbero essere utilizzati per fini malevoli. La minaccia non riguarda solo le auto prodotte integralmente da aziende cinesi o russe, ma anche quelle prodotte negli Stati Uniti o in altri Paesi che integrano tecnologie di questi Paesi, in particolare per quanto riguarda i sistemi software e hardware.
La proposta di legge annunciata dall’amministrazione Biden, formalizzata come una “notice of proposed rulemaking (NPRM)”, punta a estromettere gradualmente le tecnologie cinesi e russe dall’industria automobilistica americana.
Questo ban non colpirà solo le auto prodotte interamente da marchi cinesi, ma potenzialmente anche molti veicoli di brand internazionali che utilizzano componenti di origine cinese. Case automobilistiche come Volvo, Polestar, Buick e Lincoln, tutte con legami diretti o indiretti con aziende cinesi, potrebbero essere interessate dal provvedimento. È importante sottolineare, però, che per i costruttori con bassi volumi di vendita, il Governo prevede delle eccezioni: potranno essere esaminate singolarmente richieste per l’introduzione di modelli specifici.
Auto cinesi spiano, i dati raccolti
Le auto moderne sono sempre più dotate di sensori avanzati che non solo migliorano l’esperienza di guida, ma possono anche raccogliere informazioni estremamente sensibili. Questo è particolarmente preoccupante per il Governo USA, che teme che questi dati possano finire nelle mani sbagliate. Se le informazioni raccolte da questi veicoli vengono trasmesse a server situati al di fuori degli Stati Uniti, specialmente in Paesi con cui gli USA hanno rapporti tesi, esiste il rischio che possano essere utilizzate per scopi di spionaggio. Ad esempio, un’auto dotata di telecamere che percorre le strade nei pressi di basi militari o altre infrastrutture strategiche potrebbe catturare immagini e informazioni che, se inviate a un server in Cina, potrebbero essere usate per studiare la logistica o la sicurezza di quelle aree. Questo timore ha portato l’amministrazione Biden a considerare misure drastiche per proteggere la sicurezza nazionale.
Attualmente, non ci sono molti marchi cinesi nel mercato statunitense.
Questa decisione, pur avendo un chiaro obiettivo di sicurezza, potrebbe avere ripercussioni economiche significative, sia per i produttori che per i consumatori. In un’industria sempre più globalizzata, dove i componenti provengono da molteplici Paesi, trovare alternative sicure potrebbe non essere semplice o economico.
Riassumendo…
- Gli Stati Uniti potrebbero vietare la vendita di auto con tecnologia cinese o russa dal 2027, per motivi di sicurezza nazionale.
- Le auto connesse, dotate di sistemi ADAS, sono considerate una minaccia perché raccolgono dati sensibili che potrebbero finire su server in Cina o Russia.
- Il divieto includerà inizialmente i software, e dal 2028 si estenderà anche all’hardware prodotto in questi Paesi.