Le città più care d’Italia: ecco dove l’inflazione ha pesato di più

Dove l'inflazione ha pesato di più, Bolzano è la città più cara d'Italia e non solo quella dove si vive meglio.
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6 anni fa
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Bolzano è la città dove si vive meglio secondo la classifica della qualità della vita ma anche quella più cara. Secondo i dati dell’Unione Nazionale dei Consumatori, l’inflazione nella città del Trentino Alto Adige è arrivata all’1,8% che significa 632 euro di stangata a famiglia in un anno. La classifica fa dunque capire che è vero che a Bolzano si vive bene ma c’è anche l’altra faccia della medaglia ossia che i prezzi sono alti. Quali sono le altre città interessate?

Attenzione all’inflazione, ecco le città più care

Secondo la classifica de l’Unione Nazionale dei Consumatori subito dopo Bolzano, tra le città in cui il costo della vita è molto alto, c’è Reggio Emilia in cui la stangata per l’aumento dei prezzi è arrivata a 505 euro, pari a 1,8%.

Segue al terzo posto Forlì/Cesena, con 477 euro e inflazione dell’1,7%. Tra le città più care anche Lecco, dove gli aumenti hanno raggiunto 1,7% e 472 euro a famiglia e Ravenna con 449 euro. Si nota, nelle prime posizioni, la presenza di molte città dell’Emilia Romagna. Dopo Ravenna spiccano Lodi con 444 euro, Pistoia con 429 euro, Arezzo che ha segnato un salasso di 403 euro, Cuneo e Bologna, rispettivamente con 395 euro che chiudono la top ten. Tra le grandi città Milano è 16esima, Genova 22esima, Torino 24esima, Roma 43esima.

Dove l’inflazione ha pesato meno sui prezzi

Tra le città dove l’inflazione è cresciuta meno ci sono Potenza, Ancona, Caltanissetta, Teramo, Bari, Sassari, Messina, Perugia, Rovigo e Catanzaro. A Potenza si è registrata l’inflazione più bassa dello +0,3%. A livello regionale, si nota che in Lombardia, ad esempio, le città più care sono Lecco e Lodi e non Milano, in Veneto sono Padova e Vicenza. In Toscana sono Pistoia e Arezzo.

Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, “Per una famiglia media italiana la spesa è salita lo scorso anno di 285 euro.

Per le famiglie si tratta di rincari che hanno peggiorato pesantemente la loro condizione, dato che gli stipendi e le pensioni non sono certo aumentati quanto il rialzo del costo della vita. Nel Nord-Ovest, la ripartizione con l’inflazione maggiore, +1,3%, la stangata sale addirittura a 351 euro. Nessun lavoratore dipendente ha avuto un incremento della retribuzione così consistente. Finchè tutto aumenta, tranne quanto le famiglie percepiscono, è chiaro che i consumi resteranno al palo, ed il Pil non potrà salire in modo significativo, dato che fino a quando le famiglie non acquistano le imprese non vendono”.

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