Nudo ritirato e tornato sulle copertine di Playboy
Negli anni Sessanta aprì in America il primo Playboy Club a Chicago. Ne seguirono altri, ma per loro arrivò la chiusura negli anni Ottanta, quando i costi divennero insostenibili. Gli affari hanno iniziato a declinare dalla fine degli anni Ottanta, quando l’uomo fu colpito da un infarto, che temporaneamente lo impedì persino della parola, ma dal quale si riprese successivamente in pieno, anche se nel 1985 si dimise da ceo della società che guidava, lasciandone la gestione alla figlia. Per sua stessa ammissione, arrivava a bere fino a 36 bottiglie di Pepsi al giorno. E tra femminismo rampante e l’era di internet, con quest’ultima ad avere reso anche le immagini considerate un tempo spregiudicate quisquilie dinnanzi alla pornografia disponibile in rete, le copie vendute sono letteralmente crollate a 800.000 per numero nel 2015, tanto che nel 2013, Playboy scioccava i suoi lettori, annunciando che non avrebbe più pubblicato immagini di nudo femminile. Decisione, che fu revocata lo scorso anno, definita dalla stessa società “un errore”. (Leggi anche: Playboy, torna il nudo in copertina, Twitter festeggia con #NakedIsNormal)
E sempre l’anno scorso, Hefner vendeva la sua Playboy Mansion, l’abitazione di Los Angeles, nota per le sontuose feste che l’uomo organizzava sin dagli anni Settanta e alle quali partecipavano tantissime belle e giovani donne. Il prezzo di cessione è stato di 100 milioni di dollari, la metà di quanto inizialmente richiesto, ma pur sempre il più alto mai spuntato nella capitale californiana.