A distanza di soli 26 mesi dalle ultime elezioni (anch’esse anticipate), il Portogallo torna al voto oggi per rinnovare il Parlamento unicamerale composto da 230 seggi. Lo scioglimento è avvenuto a dicembre per volontà del presidente Marcelo Rebelo de Sousa dopo che il premier socialista Antonio Costa dovette dimettersi per uno scandalo di corruzione che aveva portato all’arresto del capo del suo staff, a cui in casa erano stati trovati quasi 80.000 euro in una libreria. Presunte tangenti pagate per ottenere il via libera allo sfruttamento delle miniere di litio nel nord del paese.
Costa travolto da uno scandalo per corruzione
Il nome dello stesso Costa era trapelato dalle indagini tra i potenziali accusati, ma a dimissioni avvenute si scoprì che si trattava di un anonimo. Fatto sta che le elezioni anticipate di oggi in Portogallo chiudono un’era lunga più di otto anni e nata quasi insperatamente alla fine del 2015, quando l’allora maggioranza uscente di centro-destra non fu in grado di prevalere in Parlamento contro l’unione delle forze di sinistra.
Costa è stato ad oggi considerato un modello di governo per i progressisti europei, poveri di riferimenti in questi anni. Sotto di lui il Portogallo è uscito dalla crisi in cui era precipitata nel 2011, quando ebbe bisogno di un salvataggio internazionale di 78 miliardi di euro per evitare il default. L’economia è tornata a crescere, a tratti anche a correre. Oggi, vanta uno spread non dissimile da quello della Francia. Il suo debito pubblico è crollato intorno al 100% del Pil e i conti pubblici sono in equilibrio. E, soprattutto, nel paese non ci sono state tensioni sociali e sconvolgimenti politici.
Alle elezioni in Portogallo avanza Chega
Ma con le elezioni anticipate di oggi l’eccezione lusitana potrebbe finire. I sondaggi dicono che il centro-destra e il Partito Socialista si contenderanno il primo posto, ma alle loro spalle ci sarà Chega (Basta!) di Andrea Ventura, una forza della destra euro-scettica accreditata del 15% dei consensi e che potrebbe rivelarsi determinante per la formazione del prossimo governo.
Tra pochi mesi si festeggiano i 50 anni della Rivoluzione dei Garofali, che portò alla fine del regime di Antonio Oliveira de Salazar. Ma per milioni di portoghesi non è cambiato poi tanto. La crisi più nera sarà anche alle spalle, ma resta il fatto che il Portogallo si confermi tra i paesi più poveri dell’Europa occidentale. Con un Pil pro-capite di circa 25.800 euro, giace ben sotto la media di 40.000 euro nell’Eurozona. E questo non è più un tema secondario in queste elezioni in Portogallo.
Rabbia anche per bassi salari e alti prezzi delle case
E uno studio dell’Unione Europea ha trovato che per il 93% dei cittadini la corruzione sarebbe diffusa, la terza percentuale più alta nell’area dopo Grecia e Croazia. I fatti recenti non hanno fatto che consolidare questa sensazione. E il centro-destra non è immune dal fenomeno. Proprio in campagna elettorale sono stati arrestati due suoi uomini nell’isola di Madeira per questo genere di accuse. Chega promette di rifondare il paese dalle fondamenta. Un cartello elettorale del suo leader dice: “Paghiamo troppe tasse per mantenere la corruzione”.
Il messaggio arriva a destinazione. Contrariamente a quanto si pensasse, a queste elezioni in Portogallo starebbe avendo particolare successo tra i giovani ventenni, stanchi di dover andare all’estero per trovare un posto di lavoro dignitoso. In effetti, il salario medio è di appena 1.400 euro al mese. Ma pensate che ben 3 milioni di lavoratori su 5 milioni di occupati in tutto guadagnano 1.000 euro o meno.
Con uno stipendio medio, infatti, a Lisbona ci si può permettere l’affitto di un monolocale. Tra boom del modello Airbnb ed esenzioni fiscali per i pensionati stranieri – cancellate a partire da quest’anno – la domanda di abitazioni è esplosa e con essa i prezzi, mentre i redditi non hanno tenuto minimamente il passo.
Elezioni in Portogallo segnale per l’Europa
Il leader del cartello di centro-destra, Luis Montenegro, sta cercando di accreditarsi come unica alternativa ai socialisti guidati da Pedro Nunos Santos. Esclude un’alleanza di governo con Chega, ma forse più per non portare acqua al suo mulino. Promette di risolvere il problema della sanità nei primi 60 giorni. Il tema è particolarmente sentito. In Portogallo c’è una carenza cronica di medici (vi ricorda qualcosa?), a causa del fatto che i laureati vadano a lavorare all’estero per l’assenza in patria di stipendi allettanti.
I risultati delle elezioni in Portogallo di oggi saranno un primo sondaggio per il rinnovo dell’Europarlamento a giugno. Il carovita è diventato un tema sensibile per i cittadini del Vecchio Continente. E similmente all’Italia, il problema dei bassi salari e dei prezzi inaccessibili delle case nelle città (in tutta Europa) sembra ormai in grado di mobilitare l’elettorato a favore o contro una data formazione politica. Altri temi come l’ambiente, la crisi energetica e l’Ucraina non hanno riscosso le attenzioni dei cittadini. E anche questo la dice lunga sulla divergenza tra le priorità avvertite dalla classe politica e quelle della gente comune.