Jair Bolsonaro si è insediato a inizio anno alla presidenza del Brasile e in queste settimane dovrà dimostrare tutta la forza politica di cui è capace per non deludere le elevate attese dei mercati finanziari e degli investitori, in generale. Un segnale positivo è arrivato nelle scorse ore con il licenziamento a larga maggioranza (48 a 18) del testo della riforma delle pensioni da parte della Commissione Affari istituzionali della Camera. Adesso, sarà spedito alla medesima Commissione del Senato per essere successivamente votato in plenaria dalla Camera e, infine, dal Senato.
Riforma delle pensioni sul modello cileno, la scommessa di Bolsonaro per cambiare il Brasile
Il mercato ha pressappoco scontato gli effetti positivi della politica “market friendly” di Bolsonaro, mandando i rendimenti sovrani ai minimi storici, con il decennale ad offrire l’8,87% e il biennale il 7,20%, rispettivamente 37 e 15 punti base in meno quest’anno. I cali sono conseguenza anche del taglio del Selic al minimo storico del 6,50% da parte della banca centrale a marzo, grazie a un’inflazione apparentemente sotto controllo, anche se in rialzo al 4,6% a marzo.
Il cambio non si è, invece, ancora rafforzato e, anzi, da inizio 2019 risulta indebolitosi del 2,2% contro il dollaro, attestandosi a un rapporto di 3,97. Sta di fatto che il mercato obbligazionario brasiliano sta trascinando quello del resto dell’America Latina, dove nel 2018 sono stati emessi in valuta locale bond per un controvalore di 55 miliardi, quasi il 40% dei 140 miliardi complessivi. La percentuale è quasi raddoppiata dal 21% del 2016. Il solo effetto Brasile non spiega il trend.
Riforma pensioni cruciale per i mercati
Ad ogni modo, la riforma delle pensioni è stata caricata dai mercati di un significato che va anche oltre i benefici che comporterà per i conti pubblici, considerata il segno tangibile del corso liberale inaugurato da Bolsonaro in economia dopo decenni di spostamento a sinistra. E così, sempre lo scorso anno le emissioni totali di bond brasiliani si sono impennate del 41% a 142 miliardi di real, pari a 36 miliardi di dollari. Il potenziale per il mercato obbligazionario domestico appare enorme, considerando che solo il 10% del debito societario da 1.400 miliardi di real sia in forma di bond, il restante 90% si ha in prestiti bancari e obbligazioni in mano alle banche.
Bolsonaro promette al Brasile la “liberazione dal socialismo”
Grazie al maggiore appetito tra gli investitori stranieri, allettati anche da rendimenti ancora relativamente elevati, il costo delle emissioni potrebbe ridursi ulteriormente nel prossimo futuro, aumentando i benefici fiscali assegnati dalle leggi locali ai bond, anziché ai prestiti bancari. In fondo, quasi il 9% per un titolo sovrano a 10 anni risulta ancora altissimo per i canoni delle principali economie avanzate, se si pensa che l’America offre sulla medesima scadenza intorno al 2,50% e all’apice della sua stretta monetaria. Resta certamente il rischio di cambio, che negli ultimi tempi fa meno paura, specie se tra riforme economiche in corso e atteso allentamento monetario negli USA, gli investitori torneranno ad affacciarsi al Brasile, un po’ come fecero già tra il 2016 e il 2017, all’epoca dell’impeachment dell’allora presidente Dilma Rousseff. Moltissimo c’è in gioco con la riforma delle pensioni e Bolsonaro dovrà portare a casa il massimo risultato possibile per convincere i mercati a dargli concretamente fiducia.