L’Ecobonus auto 2022 è destinato anche alle società di Car Sharing, ecco cosa prevede la norma

Gli Ecobonus 2022 non sono concessi soltanto alle persone fisiche, una piccola percentuale è riservata alle società di car sharing.
3 anni fa
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Il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha di recente firmato il Decreto che istituisce i nuovi ecobonus per l’acquisto di veicoli, auto e moto, elettrici, ibridi e a basse emissioni. Lo ha reso noto il Ministero dello Sviluppo Economico, con un comunicato stampa del 6 aprile 2022.
Oltre che per le auto a bassissime emissioni, l’ecobonus 2022 prevede anche dei contributi per l’acquisto di ciclomotori, motocicli elettrici e ibridi e di veicoli commerciali di categoria N1 e N2. Inoltre, una piccola percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing, per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Ecobonus auto 2022, cos’è e a chi spetta

L’ecobonus 2022, sostanzialmente, consiste in un incentivo destinato all’acquisto di auto a bassissime emissioni: full eletric e ibride, diesel e benzina con emissioni di CO2 fino a 135.
Sono inoltre previsti contributi per l’acquisto di ciclomotori, motocicli elettrici e ibridi e di veicoli commerciali di categoria N1 e N2.
Ad ogni modo, come già detto in apertura, gli ecobonus 2022 non sono concessi soltanto alle persone fisiche. Una piccola percentuale dei fondi, secondo quanto si legge nel comunicato stampa del Ministero dello Sviluppo Economico, è riservata alle società di car sharing, purché il nuovo veicolo resti nella flotta delle auto della società per almeno 24 mesi.
Grande soddisfazione per il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che ha così dichiarato:

“Con il via libera agli incentivi diamo una risposta concreta e molto attesa al settore automotive che sta attraversando una profonda sofferenza. La misura pluriennale permetterà alle aziende di fare una programmazione industriale sulla via dello sviluppo. Gli incentivi (…) rappresentano uno strumento emergenziale per attraversare un periodo difficile. La pandemia prima, la carenza di materie prime e ora la guerra stanno mettendo a dura prova anche questo settore che rappresenta uno dei nostri fiori all’occhiello dell’Italia”.

 

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