Un annuncio importante è arrivato oggi dall’Ufficio Nazionale di Statistica di Londra: nel secondo trimestre del 2015, il pil del Regno Unito è cresciuto dello 0,7% sui primi 3 mesi dell’anno, in accelerazione dal +0,4% registrato nel trimestre precedente. Su base annua, la crescita dell’economia è stata del 2,6%. Il dato in sé potrebbe sembrarci solo la conferma della solidità della ripresa britannica, ma sono le parole utilizzate successivamente a corredo delle cifre a fornirci un elemento interessante di analisi: “il pil pro-capite è così tornato grosso modo al picco pre-crisi dei primi mesi del 2008”.
In sostanza, l’economia di Sua Maestà può adesso dirsi ufficialmente uscita dalla crisi esplosa 7 anni fa. Vediamo in che senso. In genere, si considera finita una crisi, quando il pil smette di arretrare. E’ la fine della recessione, appunto. Tuttavia, una crisi si considera realmente superata, quando il prodotto interno lordo di un paese, che misura la dimensione della sua economia, torna almeno al suo picco massimo, in termini reali complessivi e/o pro-capite reali. In realtà, l’economia del Regno Unito è già tornata ai livelli degli inizi del 2008 lo scorso anno, ma in termini pro-capite – ossia, dividendo il pil per i suoi abitanti – il raggiungimento o superamento è arrivato ufficialmente solo con il secondo trimestre dell’anno, come confermerebbero i dati odierni. Per questo, possiamo affermare che l’economia britannica ha superato definitivamente la crisi, nel secondo che oggi risulta un pò più grande (del 5,2%), più ricca di quanto non lo fosse prima che fosse travolta, come tutti gli altri paesi occidentali, dalla recessione. A guidare la crescita nel secondo trimestre è stata l’industria estrattiva, che include la produzione di gas e petrolio, che ha visto salire l’output del 7,8% sul trimestre precedente, un risultato mai così buono dal 1989 e che ha contribuito per lo 0,1% all’aumento del pil. Per il resto, i servizi sono cresciuti dello 0,7%, l’industria dell’1%.
Il terziario rappresenta i 3 quarti dell’economia del paese, la produzione industriale il 15%. Certo, vero è che senza il balzo del settore energetico si sarebbe registrata una crescita trimestrale dello 0,5%, appena lo 0,1% in più dei primi 3 mesi, ma è indubbio che l’economia britannica stia andando verso la direzione giusta. Ma se è vero, ciò spingerà il governatore della Bank of England, Mark Carney, ad alzare i
tassi? Il board non è unanime sul punto. Da un lato, c’è chi vorrebbe che la
stretta monetaria fosse avviata quanto prima, chi al contrario vorrebbe attendere. L’inflazione a giugno è scesa a zero e non dovrebbe tornare all’1% prima dell’inizio dell’anno prossimo. E fino ad allora, scommettono gli analisti, un rialzo dei tassi appare poco probabile.
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