La scorsa settimana, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha tagliato le stime di crescita del PIL globale. Tra l’alto, l’economia europea stessa è attesa in rallentamento. Quest’anno, l’Eurozona dovrebbe crescere del 3,9% contro il 4,3% della stima precedente. In Italia, si scenderebbe dal +4,2% al +3,8%. Nel frattempo, sono arrivati i dati del quarto trimestre in Germania: -0,7% su base trimestrale, un calo circa doppio rispetto alle attese.
La variante Omicron ha impattato negativamente sul rimbalzo in corso del PIL, imponendo nuove restrizioni anti-Covid e rallentando così la produzione.
Economia europea, contraccolpi interni e dagli USA
La Germania rischia seriamente una seconda recessione da quando è iniziata la pandemia. Inevitabile sarebbe il contraccolpo sul resto dell’unione monetaria, trattandosi della prima economia europea, che importa dal resto dell’Eurozona oltre un terzo del totale. Ad esempio, le esportazioni verso la Germania pesano per circa il 3% del nostro PIL. Non solo. La stessa economia americana starebbe rallentando dopo un 2021 che passerà alla storia come l’anno di maggior crescita dopo il 1984. E questa è una cattiva notizia per il resto del mondo, dato che nel 2021 gli USA hanno registrato un passivo commerciale record di oltre 1.000 miliardi di dollari.
In altre parole, gli americani creano domanda netta in giro per il mondo per circa la metà del PIL italiano. Nei prossimi mesi, però, faranno i conti con un costo del denaro più alto, per cui potrebbero reagire riducendo consumi e investimenti.
Infine, attenzione all’orso russo. Le tensioni sull’Ucraina potrebbero sfociare in un’invasione da parte di Mosca. Pur escludendo uno scenario apertamente bellico, l’evento porterebbe alla comminazione di sanzioni e contro-sanzioni. Il vice-presidente della Commissione europea, il lettone Valdis Dombrovkis, ha avvertito tramite la stampa italiana che la UE si terrebbe pronta anche a possibili ritorsioni contro il settore energetico. La Germania di Olaf Scholz frena, perché sa benissimo che equivarrebbe a segare l’albero su cui come economia europea stiamo seduti. E i consumatori del Vecchio Continente non potranno sopportare nuovi aumenti in bolletta. Ne vale non solo della crescita, bensì anche della pace sociale.