Altro che svolta moderata. Le prime nomine dei talebani per le posizioni chiave nel governo e la gestione dell’economia in Afghanistan non sono rassicuranti. Il nuovo governatore della banca centrale è Haji Mohammad Idris. Di lui si sa solo che viene dalla provincia settentrionale del Jawzjan e che è stato a capo delle finanze sotto i talebani, stando a un membro di alto rango di questi ultimi. “Non ha una formazione classica”, ha dichiarato, ma sarebbe rispettato dal gruppo islamista proprio in virtù della sua esperienza in tema di finanze.
Sostituisce Ajmal Ahmaty, fuggito all’estero per mettersi in salvo dalla presa del potere dei talebani. Il nuovo governatore si ritroverà a gestire una politica monetaria disperata: banche chiuse sin dalla caduta del precedente regime, ATM a secco, fuga dei capitali, tasso di cambio in caduta e prezzi dei generi alimentari in aumento fino al 35% in appena una settimana.
E il nuovo ministro delle Finanze non è più rassicurante. Gul Agha è stato un fedelissimo del mullah Omar, volto dell’Afghanistan sotto la precedente generazione dei talebani. Nei territori da questi occupati, era preposto alla riscossione della “zakat”, la tassa islamica. E pare che fosse efficiente nel suo lavoro. Un residente nella provincia di Ghor al New York Times ha dichiarato di recente che Agha avrebbe ucciso a colpi di pistola un uomo, colpevole di avere protestato per avere dovuto pagare la tassa due volte, facendo notare al neo-ministro che già i suoi funzionari avevano riscosso il dovuto.
Economia in Afghanistan a rischio collasso
L’economia in Afghanistan è con l’acqua alla gola. Sotto sanzioni, i talebani al governo non riceveranno alcun prestito del Fondo Monetario Internazionale, che oggi ha annunciato il “congelamento” di 5,3 miliardi di dollari di fondi già destinati al paese asiatico. A sua volta, l’Unione Europea non erogherà i previsti 1,7 miliardi in 7 anni.
A parte il mancato esborso dei prestiti, l’Occidente vanta un’altra arma molto potente per indurre i talebani a più miti consigli. La Federal Reserve detiene 7 dei 9 miliardi di dollari delle riserve valutarie. E non ha alcuna intenzione di trasferire tali fondi alla banca centrale di Kabul. Di questo passo, al neo-governatore Idris non resterà che abbandonare il cambio al suo destino, facendolo collassare e ritrovandosi a gestire un’inflazione potenzialmente fuori controllo. Non sono esclusi controlli sui capitali e tagli alle importazioni. Le condizioni di vita degli afghani, già difficilissime, rischiano di diventare insostenibili.