Pochi giorni fa, è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ad aprire alla possibile emissione di “nuovi strumenti finanziari” destinati alle famiglie italiane per accrescerne la quota di detenzione del debito pubblico. Stando alle indiscrezioni di stampa, il governo ci starebbe pensando davvero con l’ipotesi di un BTp “speciale”. La proposta di legge a inizio legislatura è stata presentata dal deputato della Lega, Giulio Centemero. Essa ricalca una proposta già avanzata durante la scorsa legislatura.
Sulle ragioni intervengono i numeri citati dallo stesso Giorgetti.
Da queste riflessioni, non solo politiche, l’idea di un BTp “speciale”. Esso sarebbe una sorta di via di mezzo tra BTp Italia e BTp Futura con spruzzatina di PIR. Anzitutto, sarebbe rivolto ai soli cittadini residenti in Italia. Per questo motivo, è stato anche ribattezzato come BTp “autarchico”. Attenzione: non sarebbe una novità assoluta sui mercati obbligazionari, perché esistono già nel mondo numerose obbligazioni sovrane acquistabili dai soli residenti. Ad esempio, è così negli USA con i cosiddetti “Savings Bonds”, cioè “Bond di Risparmio”.
BTp speciale, benefici allo studio
Nel caso dell’Italia, tutto da ufficializzare, il BTp “speciale” avrebbe durata di 5 o 10 anni. I sottoscrittori che lo mantenessero in portafoglio dall’inizio alla scadenza, beneficerebbero di un maxi-sconto fiscale. In pratica, non pagherebbero le imposte sui rendimenti ricevuti. Inoltre, potrebbero assoggettare i titoli alle detrazioni IRPEF per il 30% del loro valore e fino a un massimo di 30.000 euro.
La lista dei benefici non sarebbe finita.
I vantaggi per l’investitore ci sarebbero, ma per lo stato? Pagherebbe di più a fronte di una reale stabilizzazione del debito pubblico sul mercato? La risposta rischia di essere negativa. Ad oggi, BTp Italia e Futura hanno attirato ordini relativamente contenuti. I bond “retail” hanno dimostrato di costare di più al contribuente senza riuscire a rimpiazzare la finanza istituzionale. Se lo scopo vuole essere di trovare un’alternativa alla BCE in uscita dal mercato senza doversi rivolgere col cappello in mano a banche e fondi stranieri, la delusione potrebbe essere dietro l’angolo. Vorranno mai le famiglie italiane esporsi per centinaia di miliardi di euro ulteriori?