Con la legge 104 sono concessi ai lavoratori dipendenti dei permessi “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” e sono regolati dall’art. 33. Vediamo in breve a chi spettano e in cosa consistono.
Permessi legge 104: a chi spettano
I permessi retribuiti spettano ai lavoratori dipendenti:
- disabili in situazione di gravità;
- genitori, anche adottivi o affidatari, di figli disabili in situazione di gravità;
- coniuge, parte dell’unione civile, convivente di fatto, parenti o affini entro il 2° grado di familiari disabili in situazione di gravità. Il diritto può essere esteso ai parenti e agli affini di terzo grado soltanto qualora i genitori o il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto, della persona con disabilità grave abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Permessi legge 104: in cosa consistono
Ai lavoratori disabili in situazione di gravità, spettano in alternativa:
- riposi orari giornalieri di 1 ora o 2 ore a seconda dell’orario di lavoro;
- tre giorni di permesso mensile (frazionabili in ore).
Cambiano le regole
Nella bozza delle direttive Madia sugli statali, previste anche novità per i permessi legge 104, sono state modificate le regole sui permessi, questi dovranno essere richiesti con un “congruo anticipo”.
La nuova direttiva prevede una disciplina non solo sui permessi della legge 104, ma anche quelli inerenti la donazione del sangue e del midollo. L’obiettivo di questo cambiamento è per evitare abusi e nello stesso tempo evitare mal funzionamento degli uffici pubblici.
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Come funziona per i permessi non goduti?
I lavoratori che assistono un parente o un affine entro il 3° grado con handicap in situazione di gravità, purché non ricoverato a tempo pieno, hanno diritto a 3 giorni di permesso mensile retribuito, fruibili anche ad ore: 1 – 2 ore giornaliere a seconda dell’orario di lavoro.