Il pacchetto pensioni 2025 della legge di Bilancio doveva essere scarno di novità, perché doveva contenere solo le proroghe delle misure in scadenza a fine 2024. Adesso che il testo, che approda alla Camera dei Deputati per l’inizio del suo classico iter di approvazione, è stato reso disponibile, ecco emergere una grande novità, di cui non si era parlato nei giorni precedenti e quindi un’assoluta sorpresa.
In pensione già a 65,8 anni di età nel 2025 e con 20 anni di contributi è ciò che viene introdotto.
Legge di Bilancio, ecco la sorpresa: in pensione già a 65,8 anni di età nel 2025 e con 20 anni di contributi
Tutelare le fasce deboli della popolazione, soprattutto le famiglie con figli, è diventato il mantra anche del nuovo governo. Misure a favore delle famiglie con figli sono tante nel testo della manovra. Ma stavolta si guarda a chi i figli li ha avuti in passato. E si parla di pensioni.
Nello specifico, ecco un’altra misura che riguarda le lavoratrici diventate madri e permette loro di anticipare la quiescenza di molto rispetto ai requisiti ordinari. Nel dettaglio, ciò che interessa è quanto riportato testualmente nella manovra di Bilancio, ovvero l’articolo 26 della manovra, battezzato: “Accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici con quattro o più figli”. In questo articolo si legge che “all’articolo 1, comma 40, della legge 8 agosto 1995, n. 335, alla lettera c), le parole ‘nel limite massimo di dodici mesi’ sono sostituite dalle seguenti: ‘e pari a sedici mesi complessivi nei casi di quattro o più figli’”.
Significa un ulteriore vantaggio per le lavoratrici che sono diventate madri più volte. E che aspirano dal 2025 ad andare in pensione di vecchiaia.
Ecco cosa cambia in concreto e perché nel 2025 potranno lasciare il lavoro molte più mamme
La pensione di vecchiaia si ottiene con 67 anni di età e con 20 anni di contributi.
Di fatto, fino a oggi, molte lavoratrici diventate mamme per più di due volte hanno potuto ottenere la pensione di vecchiaia già a 66 anni. E sempre con i soliti 20 anni di versamenti contributivi. Adesso si cambia. La traduzione di quell’articolo 26 della legge di Bilancio citato nel paragrafo precedente è necessaria. Nello specifico, si parla adesso di lavoratrici con quattro o più figli e non più tre o più figli. Lo sconto sull’età pensionabile resta di 4 mesi a figlio, ma anziché arrivare fino a massimo 12 mesi per chi ha avuto più di due figli, adesso arriva a 16 mesi ed è per chi ne ha avuti più di tre.
Di conseguenza, dal 2025 potrebbero andare in pensione le lavoratrici che sono diventate mamme per almeno quattro volte. Accedendo alla pensione già a 65 anni e 8 mesi di età.
La novità riguarda solo le contributive ma non per le pensioni anticipate contributive
Attenzione, questa soluzione riguarda solo le lavoratrici che hanno la pensione contributiva perché hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995. Infatti, il vantaggio dei 4 mesi a figlio riguarda solo i trattamenti contributivi e non quelli misti o retributivi.
Fu la legge Dini con l’ingresso del sistema contributivo a prevedere che, a prescindere dall’assenza o meno dal lavoro al momento del verificarsi dell’evento maternità, alla lavoratrice è concesso questo sconto sull’età di uscita rispetto alla pensione di vecchiaia in misura pari a 4 mesi per ogni figlio e nel limite massimo di 12 mesi.
Al momento, le donne che possono andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi con la quiescenza anticipata contributiva potranno continuare a godere di quello sconto di 12 mesi al massimo secondo le previgenti norme. E sempre con una pensione fino a 2,6 volte l’assegno sociale per chi ha avuto due o più figli. E fino a 2,8 volte l’assegno sociale per chi ha avuto un solo figlio.
Quattro mesi di sconto per ogni figlio a partire da almeno quattro o più figli e solo con il contributivo e già a 65,8 anni di età…?!
Peccato non aver fatto nessuna cucciolata…!
Una presa in giro come tutto il resto!