Ecco perché l’esempio francese potrebbe davvero ispirare la nostra riforma delle pensioni. E questo anche perché, al momento, l’iter di riforma strutturale per la previdenza pubblica nel nostro Paese è in fase di stallo a causa della guerra in Ucraina. Così come è riportato in questo articolo.
Nel dettaglio, l’esempio francese potrebbe ispirare la nostra riforma delle pensioni. Ma al momento si tratta comunque di una promessa elettorale. Fatta da Emmanuel Macron in caso di riconferma in vista del primo turno delle elezioni presidenziali che in Francia è fissato per domenica 10 aprile del 2022.
L’esempio francese potrebbe ispirare davvero la nostra riforma pensioni: ecco cosa cambierebbe
In ogni caso, l’esempio francese potrebbe ispirare la nostra riforma delle pensioni. Perché dall’Eliseo Emmanuel Macron mirerebbe da un lato ad incrementare di tre anni l’età pensionabile. Portandola dai 62 anni attuali a 65 anni di età.
Ma dall’altro, come compensazione, l’esempio francese della riforma delle pensioni sarebbe caratterizzato da un aumento del 10% della pensione minima. Che salirebbe a 1.100 euro rispetto agli attuali 1.000 euro.
Qual è invece l’attuale situazione in Italia per le anticipate. E per la prestazione INPS di vecchiaia
Analizzando il fatto che l’esempio francese potrebbe ispirare la nostra riforma delle pensioni, la situazione in Italia sull’età pensionabile è cambiata proprio quest’anno sulle anticipate. Ed in particolare con la Quota 102 che, rispetto alla Quota 100, ha innalzato da 62 a 64 anni il requisito anagrafico.
Invece, almeno fino a tutto il 2024, in Italia per la pensione INPS di vecchiaia continueranno a bastare 67 anni di età. Con almeno 20 anni di contributi previdenziali obbligatori versati. E con il requisito della pensione erogabile superiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Per chi ha contributi previdenziali maturati solo a partire dall’1 gennaio del 1996. Ovverosia, a partire dall’entrata in vigore della riforma Dini.