L’Europa respinge la flessibilità sui conti per l’Italia: servono 20 miliardi

Alti rischi per la sostenibilità del debito pubblico italiano nel medio termine. La Commissione europea respinge nuove dosi di flessibilità e chiede un maggiore avanzo primario.
9 anni fa
2 minuti di lettura

Altro che maggiore flessibilità sui conti pubblici; il rapporto annuale della UE sulla finanza pubblica, presentato oggi dalla Commissione europea, contiene 2 pagine di cifre e avvertimenti dedicate all’Italia, nelle quali si fa presente come il nostro paese non rispetterebbe con i parametri attuali le previsioni fiscali concordate per i prossimi anni sulla riduzione del rapporto tra debito e pil, il cosiddetto Fiscal Compact. Nel rapporto, si legge che l’Italia avrebbe la necessità di tornare ai livelli di avanzo primario precedenti all’ultimo biennio di flessibilità concessa sul deficit, quando il surplus fiscale, al netto degli interessi sul debito, si attestava al 4% del pil contro il 2,5% atteso per il 2017.

Per questo, nel dettaglio la Commissione prescrive che per il decennio 2017-2026, l’avanzo primario dovrebbe attestarsi mediamente al 3,8% del pil, l’1,3% in più di quanto sinora previsto. In valore assoluto, significa che Bruxelles ritiene che il governo Renzi dovrebbe reperire maggiori risorse, tra entrate e tagli alla spesa pubblica, per complessivi 20-21 miliardi di euro.

Debito a rischio nel medio termine

Senza una modifica al percorso intrapreso dall’Italia, il rapporto debito/pil scenderebbe al 125% entro il 2020 e al 110% al 2026, mentre con l’aumento dell’avanzo primario alle suddette percentuali, esso scenderebbe al 100%. La Commissione evidenzia come a Roma occorra “forte determinazione” per rispettare i vincoli e mette in guardia sull'”alto rischio di sostenibilità delle finanze pubbliche ” nel medio termine. In pratica, nessun rischio dovrebbe esservi quest’anno, pur in considerazione dell’alto livello di stock del debito italiano e dell’elevata presenza di sofferenze bancarie, mentre il discorso cambierebbe nel medio termine, quando non a caso ci viene suggerito di aumentare l’avanzo primario per accelerare la discesa altrimenti lenta del debito.    

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Paradisi Fiscali e Società Offshore: quali vantaggi offrono e perchè?

Articolo seguente

Alto Trevigiano Servizi lancia hydrobond da 30 milioni