Altro che maggiore flessibilità sui conti pubblici; il rapporto annuale della UE sulla finanza pubblica, presentato oggi dalla Commissione europea, contiene 2 pagine di cifre e avvertimenti dedicate all’Italia, nelle quali si fa presente come il nostro paese non rispetterebbe con i parametri attuali le previsioni fiscali concordate per i prossimi anni sulla riduzione del rapporto tra debito e pil, il cosiddetto Fiscal Compact. Nel rapporto, si legge che l’Italia avrebbe la necessità di tornare ai livelli di avanzo primario precedenti all’ultimo biennio di flessibilità concessa sul deficit, quando il surplus fiscale, al netto degli interessi sul debito, si attestava al 4% del pil contro il 2,5% atteso per il 2017.
Debito a rischio nel medio termine
Senza una modifica al percorso intrapreso dall’Italia, il rapporto debito/pil scenderebbe al 125% entro il 2020 e al 110% al 2026, mentre con l’aumento dell’avanzo primario alle suddette percentuali, esso scenderebbe al 100%. La Commissione evidenzia come a Roma occorra “forte determinazione” per rispettare i vincoli e mette in guardia sull'”alto rischio di sostenibilità delle finanze pubbliche ” nel medio termine. In pratica, nessun rischio dovrebbe esservi quest’anno, pur in considerazione dell’alto livello di stock del debito italiano e dell’elevata presenza di sofferenze bancarie, mentre il discorso cambierebbe nel medio termine, quando non a caso ci viene suggerito di aumentare l’avanzo primario per accelerare la discesa altrimenti lenta del debito.