Se 3 milioni sono i disoccupati in Italia, se ogni mese mille piccole imprese falliscono o chiudono perchè strozzate dalla Pubblica Amministrazione, creando altri disoccupati, se il reddito delle famiglie crolla di un ulteriore 2,5%, se sale il numero della cassa integrazione, quindi di cittadini che vivono al di sotto dei mille euro al mese, se oltre 7 milioni di pensionati vive con meno di mille euro al mese, la dichiarazione di Attilio Befera, che connotazione assume?
“Io mi chiedo: chi è che stabilisce se l’evasione è fraudolenta o di necessità? – ha detto il direttore dell’Agenzia -. Lo decidiamo noi? Lo decide il contribuente? L’evasione è una e tutta uguale – ha continuato Befera – poi perché le tasse non vengono pagate è una cosa secondaria”. Gli risponde direttamente la vicepresidente di Federcontribuenti Roberta Lemma: ” si stabilisce se l’evasione è di necessità e non fraudolenta, analizzando i redditi delle famiglie o degli imprenditori. Quando il fisco chiede oltre un quinto del reddito, l’evasione, diventa di necessità. Se lo stipendio è di mille euro, per rigor di logica, il contribuente dovrebbe pagare 200 euro al massimo di tasse, per poter poi vivere, fare la spesa e pagare le bollette di casa. Circa 2400 euro all’anno che invece si superano abbondantemente. Il fisco, ricordiamo a Befera, non riguarda solo l’Imu, i contributi previdenziali, l’Irpef ect, ma contempla le accise inserite sul prezzo del carburante e sulle bollette dell’energia elettrica, l’Iva su ogni bene di consumo, il costo della Rcauto, il canone Rai, il bollo auto e altro ancora. Il carico fiscale, quindi, dovrebbe essere diverso per redditi. Se diamo la possibilità a tutti di pagare e di non sentirsi derubati, il cittadino pagherà senza problemi o angosce. Per quanto riguarda la deducibilità degli scontrini, non sarebbe nemmeno praticabile da noi visto che i grandi ipermercati rilasciano scontrini non fiscali ”.
Ufficio Stampa Federcontribuenti