Liberalizzazione taxi: tassisti temono modello New York

Nell'agenda del governo anche la liberalizzazione dei distributori di carburanti e meno burocrazia alle imprese
13 anni fa
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Mentre l’esecutivo è alle prese con la definizione del decreto sulle liberalizzazioni (che dovrebbe includere anxche taxi e distributori di carburanti), l’Adiconsum effettua i primi conti di quanto si guadagnerebbe se venissero effettivamente liberalizzati i settori dove adesso vige una forma di monopolio più o meno dichiarata. Il risparmio per le famiglie sarebbe di circa 1000 euro, ma non sarebbero le sole a beneficarne visto che i consumi crescerebbero di circa 2,5 punti percentuali ed il pil dell’ordine dell’1,4 per cento ( con un aumento di circa 22,4 miliardi di euro).

 

 

LIBERALIZZAZIONE TAXI: UNO SGUARDO SENZA PREGIUDIZI SULLA REALTA’

Tuttavia le novità prospettate creano timori, alcune volte giustificati, negli addetti ai lavori. I tassisti in particolare che l’introduzione di nuove norme possa rendere il mercato italiano simile a quello statunitense, con le società di investimento e le grosse cooperative che acquistano il maggior numero di licenze taxi possibile per poi assumere come dipendente i guidatori. Inoltre a risentirne fortemente sarebbero anche i prezzi delle licenze, anche se recentemente a New York due licenze sono state cedute a circa un milione di dollari, che, conti alla mano, rappresenta un’ incremento del 1900 per cento in 70 anni di esercizio.

La bozza di liberalizzazione prevede che al posto dei Comuni, il rilascio delle nuove licenze sia effettuato da una autorità centrale, la quale in base a dati provenienti da tutta Europa, individuerebbe il prezzo ottimale di vendita. Inoltre ai tassisti sarebbero offerte nuove licenze, per compensare la perdita dovuta al ribasso dei prezzi. Inoltre verrebbe data la possibilità di guidare le auto bianche anche a soggetti diversi dal proprietario oltre a poter estendere l’area di esercizio.

 

TARIFFE TAXI ITALIA UGUALI A QUELLE DI FRANCIA E GERMANIA

Inoltre il confronto con le latri grandi capitali europee mostra che la realtà italiana non è molto diversa da quella estera .

Roma ha circa 2,8 taxi ogni mille abitanti, mentre Milano ne ha 3,7, rispetto a Parigi che ne ha 2,5 e Londra che ne ha 2,9. Anche le tariffe applicate sono abbastanza simili a quelle mediamente praticate in altre città europee.

Le licenze rappresentano una sorta di liquidazione per i possessori ed i valori vanno dai circa 60 mila euro per i taxisti che svolgono il proprio lavoro a Bari sino ai 200 mila euro richiesti dai possessori a Bologna. Non sono inoltre tollerati dall’agenzia delle entrate, salvo rari casi, passaggi gratuiti di licenza.

 

LIBERALIZZAZIONE IMPRESE: MENO BUROCRAZIA E PIU’ SVILUPPO

Si parte dalla burocrazia necessari per avviare un’impresa.  Infatti adesso il soggetto che intende intraprendere una nuova attività deve fare i conti con denunce di inizio attività, dichiarazione di inizio lavori, licenze di esercizio,ecc. Pertanto occorrerebbe una seria revisione della normativa prevedendo che siano mantenute in vita solo le autorizzazioni effettivamente necessarie.

 

LIBERALIZZAZIONE DISTRIBUTORI CARBURANTI: PIU’ SELF SERVICE

In materia di carburanti le ultime voci sembrano far prevedere significative novità, e la liberalizzazione potrebbe essere molto sostenuta in un settore alle prese con continui aumenti di prezzo della benzina.  Si parla infatti di perdita di esclusiva da parte del gestore della stazione di servizio ( in questo caso il gestore dovrebbe rifornirsi per almeno il 20 per cento dai grossisti prevedendo quindi un risparmio sui costi) e dall’introduzione di stazioni self –service completamente automatizzate. Ma non solo ma anche  la possibilità di vendere maggiori prodotti  relativi al settore non oil ed anche nuove forme contrattuali tra gestori di stazioni di servizio e compagnie. Inoltre queste ultime avrebbero l’obbligo di cedere diversi punti vendita, in modo tale da far entrare all’interno della filiera anche altri operative privati.

Attraverso anche l’apertura di stazioni di servizio presso la grande distribuzione i risparmi potrebbero raggiungere anche i 530 -540 milioni di euro.

A conti fatti la benzina potrebbe costare qualche centesimo di euro in meno al litro, anche perché le tasse pesano per circa il 60 per cento sul prezzo e quindi sarà possibile agire solo sui costi di distribuzione, pari a circa 13 centesimi .

Tuttavia, dai calcoli effettuati, l’ingresso degli ipermercati  all’interno del mercato della vendita di carburanti potrebbe arrivare a far risparmiare oltre il 3 per cento pari a circa 6 centesimi al litro, avendo effetti benefici anche sui costi della maggior parte dei prodotti che viaggiano su gomma.

 

INFORMATI SULLE INTENZIONI DEL GOVERNO MONTI IN MATERIA DI LIBERALIZZAZIONI: 

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