Quali sono i dipendenti che conservano il posto di lavoro nel caso l’azienda volesse chiudere un reparto o effettuare licenziamenti collettivi per ridurre il personale?
La legge stabilisce dei criteri per capire quali sono i dipendenti che vanno licenziati per primi, ma questa scelta si limita solo all’unità produttiva o al reparto interessato dall’esubero o si estende a tutti i dipendenti dell’azienda?
Licenziamento collettivo: procedure da rispettare
Le procedure da rispettare nel caso di licenziamento collettivo sono fissate dalla normativa del 1991 in cui sono stabiliti i criteri di scelta di quelli che saranno i dipendenti da licenziare per primi.
La scelta dei lavoratori da licenziare per primi, se non si trova un accordo tra datore di lavoro e sindacati, deve essere fatta seguendo questi criteri:
- carichi di famiglia
- anzianità
- esigenze tecnico produttive dell’azienda.
Ad conservare il posto è chi ha una famiglia a carico, tra diversi dipendenti con famiglia a carico conserverà il posto quello con la famiglia più numerosa. Anche l’anzianità è un criterio ma, a differenza di quel che si possa pensare, non ci si riferisce all’anzianità di servizio: a conservare il posto, infatti, è il dipendente più giovane rispetto a coloro che si avvicinano all’età pensionabile. Il terzo criterio riguarda, invece, le esigenze dell’azienda: verrà conservato il personale che svolge mansioni indispensabili all’azienda stessa.
La scelte del personale da licenziare, però, va effettuata sull’intero complesso aziendale e non solo nel singolo reparto o unità produttiva interessata dalla riduzione del personale. Il datore di lavoro, secondo una sentenza della Corte di Cassazione, deve effettuare la scelta per i licenziamenti valutando tutte le unità produttive, settori e le filiali anche non interessate dall’esubero dichiarato in cui operano dipendenti con mansioni equivalenti. Tutti i dipendenti, quindi, rischiano la perdita del posto di lavoro, se non rientrano nei 3 criteri sopra elencati.