Licenziamento e successivo lavoro in prova: si mantiene il diritto alla Naspi?

Il diritto alla Naspi matura con il licenziamento. Una eventuale assunzione in prova non pregiudica il beneficio all’indennità di disoccupazione.
5 anni fa
1 minuto di lettura

Buonasera,

vi chiedo un consiglio: io il 30 giugno ho in scadenza il contratto e rimarrò senza lavoro. Avrei intenzione di chiedere la Naspi ma il 1 luglio ho una settimana di prova tramite agenzia per il lavoro augurandomi che vada bene il mio dubbio è che se non andasse bene facendo richiesta di disoccupazione con quale importo sarà accettata? Con i vecchi stipendi o con la retribuzione dell’agenzia quindi la prova?

Ringrazio per la risposta.

La legge prevede che la domanda di Naspi possa essere presentata entro 68 giorni dal termine del rapporto di lavoro.

La decorrenza della prestazione, una volta accolta in base ai requisiti, avverrà a partire dall’ottavo giorno se la domanda viene presentata entro i primi 8 giorni, oppure dal giorno successivo se la richiesta viene fatta dall’ottavo giorno in poi. Il diritto quindi a percepire la Naspi non si perde se questa viene richiesta entro 68 giorni.

Il diritto alla Naspi

Nel suo caso, il diritto alla Naspi matura a partire dal 1 luglio 2019, ma avrà tempo di presentare la richiesta fino al 7 agosto. Il requisito essenziale però è quello di essere rimasti disoccupati involontariamente. Pertanto, se il 1 luglio inizia un nuovo rapporto di lavoro in prova, il cui esito non è dato conoscere, è bene attendere la fine del periodo di prova. In caso di mancato superamento dello stesso, avrà diritto alla Naspi sempre con le stesse modalità. Attenzione, però, a non risolvere il contratto in via consensuale o tramite dimissioni, perché in quel caso perderebbe il diritto alla Naspi.

L’importo della Naspi

L’importo della Naspi che l’Inps corrisponderà al beneficiario è calcolato nella misura del 75% della retribuzione media imponibile mensile percepita negli ultimi 4 anni nel caso questa sia inferiore a 1.221,44 euro. Qualora fosse superiore, al 75% dell’importo stabilito dalla legge verrà sommato il 25% della differenza tra la retribuzione mensile media imponibile e 1.221,44 euro per il 2019.

In ogni caso il massimale della Naspi è fissato in euro 1.328,76 euro al mese. La Naspi è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Quindi, al massimo per 4 mesi. All’indennità viene poi applicata una riduzione del 3% per ogni mese, a partire dal 91° giorno di prestazione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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