Licenziamento: entro quanto va impugnato?

Ecco entro quanto tempo va impugnato il licenziamento e qual è l'iter da seguire.
8 anni fa
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Per un dipendente che riceve una lettera di licenziamento c’è un termine entro i quali contestarla. I termini per impugnare il licenziamento sono di 2 tipi:

  • per rispondere alla lettera di licenziamento del datore di lavoro si hanno a disposizione 60 giorni
  • per depositare l’atto di ricorso contro il licenziamento in tribunale, invece, si hanno a disposizione 180 giorni.

I termini per impugnare il licenziamento iniziano a decorrere dal ricevimento della lettera: si tratta di termini perentori che, se lasciati scadere, non permetteranno più di contestare il licenziamento stesso.

Come abbiamo detto il lavoratore ha a disposizione 60 giorni dal ricevimento della lettera di licenziamento per impugnarlo. Fatto questo, però, deve procedere nei successivi 180 giorni a depositare un ricorso presso la cancelleria del Tribunale contro il licenziamento stesso.

Impugnare il licenziamento: come si procede?

Quando il lavoratore riceve la lettera raccomandata del datore di lavoro contenente il licenziamento deve inviare, entro 60 giorni dal ricevimento, a sua volta una raccomandata al datore di lavoro in cui contesta il licenziamento. La raccomandata nella risposta del dipendente non è indispensabile,  poiché può essere sostituita da qualsiasi atto scritto: telegramma, lettera semplice ecc… Nella lettera di contestazione non è necessario prendere posizione: è sufficiente limitarsi ad una contestazione generica che esprima  la volontà d’impugnare il licenziamento.

Dopo 180 dalla spedizione della contestazione, poi,  il lavoratore licenziato deve avviare una causa contro l’azienda per Impugnare il licenziamento: l’avvocato del lavoratore, quindi, deve depositare il ricorso in tribunale.

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