Licenziamento illegittimo e risarcimento del danno, non è un automatismo. Secondo i giudici della Suprema Corte di Cassazione esiste un rapporto di consequenzialità ma le due situazioni differiscono fra loro secondo criteri valutativi. Nella sentenza n. 22398/13 i Giudici della Suprema Corte hanno trattato questo argomento, interessante per tutti coloro che hanno avuto una causa per licenziamento, dichiarando illegittimo il risarcimento del danno.
Licenziamento illegittimo e risarcimento danno, cosa prevede la legge?
Nella sentenza si fa riferimento alle norme del codice civile relative al risarcimento del danno, si legge che: “la dichiarazione di invalidità del licenziamento a norma dell’art. 18 della legge n. 300 del 1970 non comporta automaticamente la condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno nella misura stabilita d al quarto comma, con esclusione di ogni rilevanza dei profili del dolo o della colpa nel comportamento del recedente”.
Secondo il Giudice bisogna separare i due aspetti: il licenziamento illegittimo e il risarcimento del danno.
Risarcimento danno non sempre il datore di lavoro è obbligato a riconoscerlo
Non sempre il risarcimento del danno è dovuto dal datore di lavoro, secondo l’applicabilità dell’art. 1218 del cc., il debitore non è tenuto al risarcimento del danno nel caso questi fornisca la prova che l’inadempimento conseguente ad impossibilità delle prestazioni a lui non imputabili.
Ai fini della liquidazione del risarcimento del danno, la Corte deve attenersi a diversi fattori e considerare anche la condotta delle parti interessate, datore di lavoro e lavoratore.
Licenziamento per giusta causa, è obbligatorio il periodo di preavviso? | La Redazione risponde