Licenziati dal badge senza preavviso: la beffa per 40 dipendenti di Juwelo

I dipendenti della Juwelo a Roma si sono accorti del licenziamento solo dal badge non funzionante.
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5 anni fa
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Fuga cervelli

Un’altra storia di ingiustizia nei confronti dei lavoratori arriva da Roma, dove 40 dipendenti sono stati licenziati senza preavviso dall’azienda in cui lavoravano. Nessun avvertimento, si sono accorti del licenziamento dal badge di entrata nell’ufficio che non funzionava più. 

Dramma per 40 dipendenti, vanno al lavoro ma il badge è stato disattivato

Di recente abbiamo parlato dei 50 dipendenti di un supermercato licenziati tramite Whatsapp. Stavolta, invece, i lavoratori hanno scoperto la beffa strisciando il badge per entrare nella sede. Una vera e propria beffa quella dei 40 dipendenti della Juwelo, società della multinazionale tedesca Elumeo, che si occupa della vendita di gioielli tramite web e tv.

Come scrive huffingtonpost.it i lavoratori, come ogni mattina, sono giunti nella sede di via Albalonga. La maggior parte di loro lavoravano per la Juwelo da anni. Invano hanno tentato di aprire la porta, cercando anche di usare la serratura ma questa era stata cambiata e perdipiù anche i turni erano stati cancellati.

Nessuna comunicazione ufficiale

In seguito, i 40 dipendenti hanno ricevuto un sms in cui erano invitati ad una riunione d’urgenza in un ristorante non lontano dalla sede dell’azienda. A spiegare l’accaduto ad HuffPost il responsabile della logistica nell’azienda, Stefano Pontecorvi, che da anni lavorava per Juwelo: “ci hanno proprio impedito di entrare, né i dipendenti né i sindacati hanno ricevuto comunicazione ufficiale scritta dall’azienda. Ieri mattina i quaranta lavoratori i cui badge erano risultati inattivi sono stati invitati via sms a una riunione d’urgenza in un ristorante vicino all’azienda. Il presidente Wolfgang Boye e l’amministratore delegato Tiziano Ricci hanno comunicato che non c’è più la disponibilità economica per pagare gli stipendi e che la sede romana dovrà chiudere. Il primo, con un tono di sottile minaccia, ci ha spiegato che se avessimo accettato ci avrebbero pagato Tfr e buonuscita secondo le modalità previste, altrimenti avrebbero chiuso dichiarando fallimento”. 

Il 33enne ha raccontato che una decina di dipendenti sono riusciti ad entrare, quindi l’azienda continuerebbe a lavorare ma alcune persone operano in settori in cui non hanno competenze.

Addirittura, per molti di loro, non è stato possibile neppure entrare per recuperare gli effetti personali lasciati nell’armadietto. Stefano Pontecorvi, che nell’azienda ha conosciuto quella che oggi è sua moglie, si è detto molto amareggiato, visto che a perdere il lavoro non è soltanto lui ma anche la compagna. Un altro dipendente era diventato da poco padre e in tanti hanno sulle spalle mutui e affitti da pagare. 

Tra le ipotesi, considerando che un comportamento simile della Juwelo era stato adottato nei confronti di altri dipendenti all’estero, c’è quella secondo cui l’azienda vorrebbe trasferirsi in Germania anche se Pontecorvi sostiene che stavolta non c’erano avvisaglie: solo poche settimana fa era giunta una email con toni incoraggianti sul fatturato in crescita.  Dopo la spiacevole notizia, i 40 lavoratori hanno organizzato un presidio davanti alla sede dell’azienda e hanno contattato la polizia per presentare una querela mobilitando anche i sindacati.

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