Lieve inadempimento, cos’è e quando si verifica

C’è una regola fiscale di “clemenza”, è la regola del lieve inadempimento. Di cosa si tratta, quando si verifica e quando si applica
2 anni fa
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lieve inadempimento

I fisco non è poi sempre così cattivo verso i contribuenti. In alcuni casi è più clemente. Più accomodante. Si pensi a quando ammette il ravvedimento operoso, oppure la rottamazione cartelle o ancora la definizione agevolata avviso bonari. Non meno importante è il c.d. lieve inadempimento.

Lo dice la parola stessa. Si verifica lieve inadempimento quando il contribuente non adempie a qualcosa e per il fisco questo NON adempimento è “lieve”, ossia di piccolo conto e permetterà al contribuente stesso di non decadere da eventuali benefici legati all’adempimento stesso.

Ma cos’è in dettaglio questo lieve inadempimento e quando si verifica?

Come funziona il lieve inadempimento

Il lieve inadempimento è disciplinato dall’art. 15-ter DPR n. 602 del 1973. Secondo la legge non si decade dai benefici nel caso di:

  • lieve tardività nel versamento delle somme dovute o della prima rata, non superiore a 7 giorni
  • lieve carenza nel versamento delle somme dovute o di una rata, per una frazione non superiore al 3% e, in ogni caso, a 10.000 euro
  • tardivo versamento di una rata diversa dalla prima entro il termine di versamento della rata successiva.

Resta ferma l’applicazione delle sanzioni per la carenza e/o il ritardo.

E’ in ogni caso il legislatore che decidere quando si può applicare il lieve inadempimento. Ad esempio, è ammesso il lieve inadempimento nella definizione agevolata avvisi bonari prevista dalla legge di bilancio 2023.

Proprio con riferimento a questa definizione agevolata, quindi, significa che se il contribuente omette di pagare o tarda a pagare il dovuto oltre i limiti previsti dal lieve adempimento, il beneficio NON si perfeziona e l’Agenzia delle Entrate procederà con l’iscrizione a ruolo delle somme ancora dovute dal contribuente.

I 5 giorni di tolleranza nella sanatoria cartelle

Il lieve inadempimento non deve essere confuso con i c.d. 5 giorni di tolleranza applicabili, ad esempio, nell’ambito della rottamazione cartelle.

In pratica è stabilito che se chi aderisce alla sanatoria cartelle non dovesse pagare il dovuto entro il termine di scadenze, può farlo ancora entro i 5 giorni successivi. Laddove non si dovesse pagare nemmeno entro i 5 giorni, allora ci sarà la decadenza dalla rottamazione.

Conseguenza sarà che il contribuente sarà chiamato a pagare tutta la cartella, inclusi gli importi che grazie alla sanatoria si sarebbero azzerati.

I 5 giorni di tolleranza sono quelli previsti dall’art 3 comma 14-bis, del decreto-legge n. 119 del 2018.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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