Un’utopia è qualcosa che può essere considerato alla stregua di un’aspirazione ideale, ma di difficile, se non impossibile, realizzazione. E di utopie la politica è piena. Così come rischiano probabilmente di diventare utopici diversi capisaldi delle politiche adottate dall’Unione Europea negli ultimi anni. Misure e provvedimenti a cui anche l’Italia si è dovuta adeguare, con conseguenze problematiche. E spesso si è discussa anche la questione dei limiti al contante. Che per ora non abbiamo subito. Parliamo invece, ad esempio, delle politiche ambientali del Green Deal, che hanno imposto, per esempio, la fine dei motori a combustione nelle auto a favore di motori elettrici considerati più virtuosi dal punto di vista ambientale.
Come se il problema dell’inquinamento mondiale si potesse risolvere eliminando soltanto in Europa le auto diesel o benzina.
Politiche che hanno portato a un risultato evidente: una crisi nel settore automobilistico, con aziende costrette a trasformare rapidamente le proprie produzioni, un mercato non ancora pronto a tale conversione, e fabbriche e operai in difficoltà. Tradotto in termini pratici, un disastro. E sul limite ai contanti la situazione è analoga.
Adesso emerge un altro aspetto delle politiche nate con i presupposti di un cambiamento epocale. Politiche pensate per risolvere determinati problemi, ma che finiscono per crearne altri più gravi rispetto a quelli iniziali. È il caso dello stop al contante, con limitazioni nell’utilizzo del denaro liquido in favore di strumenti tracciabili ed elettronici. Anche questa, probabilmente, è destinata a diventare un’utopia.
Limiti al contante, si torna indietro sui pagamenti tracciabili, le novità
I critici sostengono che i limiti all’uso del contante, e il conseguente passaggio ai pagamenti elettronici, rappresentino un favore fatto alle banche, dato che gli istituti di credito guadagnano maggiormente da commissioni e altri oneri derivanti dall’utilizzo della moneta elettronica.
I sostenitori della transizione al pagamento elettronico, invece, lo considerano la soluzione principale al riciclaggio e all’evasione fiscale, sostenendo che la tracciabilità assoluta impedirebbe ogni forma di occultamento.
Certo, limitare l’uso del contante può essere una soluzione, ma sicuramente non rappresenta la panacea contro i mali appena citati. Questo soprattutto se si considerano i rischi legati all’uso di strumenti elettronici per pagamenti, conti correnti, carte, e così via. Non a caso, alcuni Paesi che erano inizialmente fra i maggiori promotori della lotta al contante stanno ora valutando di fare un passo indietro. Il motivo principale? L’incubo degli attacchi informatici.
I pagamenti elettronici sono pericolosi? Ecco chi sta pensando a tornare indietro
In Svezia e Norvegia, secondo quanto riportato da numerosi quotidiani nazionali, le autorità stanno suggerendo ai cittadini di incrementare nuovamente l’uso del contante rispetto alla moneta elettronica. Una sorta di marcia indietro per Paesi che, fino a poco tempo fa, erano fra i principali sostenitori entusiasti della moneta elettronica.
Attualmente, Svezia e Norvegia sono tra i Paesi europei con il più basso utilizzo del contante (solo un pagamento su 10 avviene in contanti), con la circolazione di denaro liquido proporzionalmente molto ridotta rispetto al PIL.
Eppure, i cittadini hanno recentemente ricevuto indicazioni su come comportarsi in caso di guerra. Dopo gli eventi in Ucraina, con la Russia percepita come una minaccia e con gli USA dell’era Trump che suscitano ormai diffidenza, anche in questi Paesi cresce la preoccupazione per una possibile futura guerra.
Guerre che oggi non si combattono soltanto con missili, carri armati e armi convenzionali, ma anche con attacchi informatici e cyber attacchi mirati. Un semplice clic potrebbe infatti bloccare intere infrastrutture statali di pagamento elettronico.
Per questa ragione, in Scandinavia le autorità stanno consigliando ai cittadini di conservare contanti in casa per le emergenze. Così da poter fronteggiare eventuali blocchi alle infrastrutture informatiche di pagamento. Un suggerimento che mette in discussione la stessa retorica della lotta all’evasione fiscale, che secondo alcuni esperti si potrebbe semplicemente vincere eliminando il contante dalla circolazione.