L’inflazione sta divorando gli stipendi. L’Italia è l’unico paese nell’Eurozona dove questi ultimi diminuiscono invece di aumentare. Dal 1990, infatti, essi sono scesi ed ovviamente i poveri sono triplicati. Il rapporto annuale dell’Istat parla di diminuzione del 3% che è l’unico caso tra le economia avanzate. Nel nostro paese un terzo dei lavoratori vive sotto la soglia minima salariale e l’Istituto Nazionale di Statistica comunica che sono circa 5 milioni i lavoratori che guadagnano meno di 12 mila euro all’anno.
Salari sempre più bassi
1 dipendente su 10 percepisce meno di 8,4 all’ora e quasi 1 milione prende meno di 12 mila euro all’anno. La bassa retribuzione oraria ovvero meno di 8,41 euro lordi all’ora è una prerogativa soprattutto dei giovani fino a 34 anni, donne e stranieri e di chi ha un basso titolo di studio. Ha una retribuzione oraria bassa anche chi risiede al Sud.
A causa dell’inflazione che a giugno ha raggiunto l’8% e che ha ridotto in modo considerevole il potere di acquisto degli italiani, il Governo avrebbe deciso di lanciare un nuovo pacchetto aiuti che però non basta. Le spese fisse, infatti, sono cresciute del 10% e molti giovani tra i 18 e i 30 anni affermano di non riuscire a pagare l’affitto.
Per la metà del mese in corso, in ogni caso, l’Esecutivo starebbe valutando un terzo Decreto Aiuti con una cifra intorno agli 8 miliardi come riporta Ilmessaggero da destinare alle imprese. Si starebbe pensando di rinnovare per altri tre mesi il credito di imposta al 25% per le imprese energivore e al 15% per le altre. In più si vorrebbe prorogare fino alla fine di ottobre il taglio delle accise sul prezzo della benzina che è salita di nuova a più di 2 euro a litro.
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