Warren Buffett si tiene liquido come mai prima, teme le elezioni Usa e ciò che verrà dopo

Warren Buffett detiene una montagna di liquidità record, preoccupato apparentemente per le imminenti elezioni presidenziali negli Usa.
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2 mesi fa
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Warren Buffett e la liquidità record
Warren Buffett e la liquidità record © Licenza Creative Commons

A 94 anni suonati, l’oracolo di Omaha continua a sorprendere. La leggenda di Wall Street, Warren Buffett, ha accresciuto la sua liquidità ai nuovi livelli record di 325,24 miliardi di dollari al 30 settembre scorso. E’ quanto emerge dalla pubblicazione della trimestrale del suo fondo altrettanto leggendario, Berkshire Hathaway. Al termine del secondo trimestre, tale montagna di cash era di 276,9 miliardi. In nove mesi è cresciuta di 157 miliardi. Un boom che si spiega con le elevatissime vendite di azioni Apple, ridotte di un altro quarto e il cui controvalore di mercato al terzo trimestre scendeva così a 70 miliardi.

Ammontavano a 174 miliardi al 31 dicembre scorso. Il loro peso sull’intero portafoglio azionario è sceso al 30%, mentre sfiorava il 50% l’anno scorso.

Incertezze elettorali e fiscali

Analisti e mercati si stanno interrogando da qualche giorno sul significato della liquidità record detenuta da Buffett. Questa risulta perlopiù impiegata in T-bills, i titoli di stato americani a breve termine. Per l’esattezza, gli investimenti in questi bond valevano 288 miliardi al 30 settembre. Superavano da soli gli investimenti azionari, scesi a 271,7 miliardi.

Perché Buffett si tiene liquido e vende azioni Apple a più non posso? Sarebbe un insieme di fattori. In primis, la società con sede a Cupertino è considerata già molto capitalizzata. In effetti, risulta la più capitalizzata al mondo con un valore di borsa di 3.400 miliardi. Dunque, non ci sarebbero margini di ulteriore crescita, almeno non apprezzabili. Anzi, egli vedrebbe diversi rischi. In primis, conseguenti dalle politiche che il nuovo presidente degli Stati Uniti adotterà dopo le elezioni di domani. A parte le tensioni, c’è preoccupazione per eventuali ripercussioni derivanti dai dazi sulle merci cinesi e, soprattutto, per il previsto aumento delle tasse. Il debito federale aumenta a ritmi elevatissimi e c’è la convinzione che prima o poi il bilancio di Washington dovrà essere risanato con una stretta fiscale.

Buffett teme la recessione Usa?

Alcuni analisti notano come la vendita delle azioni Apple e il conseguente accumulo di liquidità siano iniziati con la morte di Charles Munger di un anno fa. Lo storico socio in affari di Buffett è venuto a mancare a poche settimane dal compimento dei 100 anni di età ed era stato un fervido sostenitore della mela morsicata più dell’attuale capo di Berkshire.

A parte queste considerazioni, emergerebbe la volontà di Buffett di restare a guardare. Il mercato azionario americano non offrirebbe più quelle grosse potenzialità di un tempo. Che tema l’arrivo di una caduta degli indici? Sarebbe positivo se questo dubbio si trasformasse in una spinta agli investimenti azionari in Europa, cosa che non sta accadendo, purtroppo. D’altronde, se i Treasuries sono risaliti di rendimento, l’appeal di Wall Street si riduce. E non sappiamo ancora né chi entrerà alla Casa Bianca a gennaio, né tantomeno quali politiche effettivamente adotterà. Se i rendimenti americani continuassero a salire nelle prossime settimane, il rischio di recessione probabilmente si materializzerebbe e verrebbe scontato dal mercato azionario.

Liquidità record fonte di opportunità future

Dunque, Buffett è in modalità attesa. L’accumulo di liquidità da un lato esprime incertezza, dall’altro rappresenta una grossa opportunità di fare profitti futuri con l’acquisto di azioni e persino bond a prezzi bassi da qui a pochi mesi. Lo stesso cash, comunque, qualche soddisfazione la offre. Nell’ultimo anno, ha prodotto interessi per quasi 10 miliardi. Soldi che si aggiungono alla liquidità già elevata di questi mesi per essere investiti alla prima occasione utile.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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1 Comment

  1. Terminologia: l’espressione “a più non posso” utilizzata nell’articolo è di tipo colloquiale e non mi sembra appropriata in un contesto formale. Sarebbe stato meglio adoperare “in modo significativo”.

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