I dati del rapporto annuale di Legambiente sui crimini ambientali ‘Ecomafia 2017’ sono davvero incredibili, se poi si aggiunge che non viene fatta alcuna menzione all’interno dei giornali o dei telegiornali. Ecco subito qualche numero per intenderci: sono stati 25.899 i reati a carattere ambientale; praticamente più di 70 al giorno, 3 ogni ora che trascorre nelle nostre giornate. Circa 6.000 dei 26.000 crimini riguarda la ‘gestione’ dei rifiuti: il giro complessivo è davvero altissimo ed è di 13 miliardi di euro. La cosa ancora più vergognosa, per quanto concerne il silenzio di media e politica, è il fatto che nel 2016 il trend è stato in crescita del 12% rispetto all’anno precedente ed ogni anno, dagli inizi dei ’90, è stato tendenzialmente in salita.
L’Italia è un’immensa Terra dei Fuochi
I crimini ambientali sono probabilmente e in prospettiva i peggiori in assoluto: rovinare le nostre terre significa rovinare i nostri raccolti, rovinare i nostri raccolti vuol dire che quello che mettiamo a tavola è già sempre contaminato; mettere a tavola qualcosa che è già sempre contaminato significa che aumentano le percentuali dei tumori o di malattie auto-immuni. Si tratta dei peggiori crimini possibili, eppure nessuno si muove realmente (almeno a partire dai dati). Dietro questa tipologia di reati ci sono spesso rapporti ambigui tra mafie, imprenditoria e politica: la quasi metà di questi crimini avviene, infatti, nelle quattro regioni a più alto tasso di ‘mafia’, con la Campania che la fa da padrone, ma anche con trend in crescita nelle regioni del Nord.
Qualche dato ‘paradossale’: in meno di due anni, i rifiuti sequestrati sono nell’ordine di più di 750mila tonnellate, il che vuol dire che per smaltirle occorrerebbero più di 30mila grossi TIR, che occuperebbero uno di fila all’altro tutta l’autostrada da Roma a Modena.
Qui, Olio d’oliva, anche il biologico sotto inchiesta: oli tunisini e ‘truffa’ dell’extravergine.
Non è solo un problema del Sud: la Terra dei Fuochi ricopre sempre di più il Centro-Nord
Il problema non riguarda soltanto il Mezzogiorno, ma sempre di più anche il Centro e il Nord. Per quanto riguarda i crimini connessi al ciclo dei rifiuti, troviamo in prima linea Toscana, Liguria, Lombardia e Piemonte; la città di Genova si trova nella classifica delle 10 città più viziose in compagnia delle grandi capitali del Sud. Il problema resta non solo quello delle mafie, ma quello delle connivenze politiche e imprenditoriali: il giro d’affari è troppo alto per non fare gola (nonostante porti ad una sorta di ‘suicidio’ sociale: il mafioso che sotterra scorie tossiche nella sua regione, sta avvelenando anche i suoi parenti), anche perché, spesso, con falsificazioni di documenti, molte ditte di costruzione riutilizzano materiali ritenuti ‘tossici’, per cui anche la casa nella quale vivete potrebbe essere fonte di veleni.
Un paese e un pianeta che non guardano al proprio futuro sono condannati. Il tutto nel silenzio di media e politica.