“Inutile la chiarezza, se il giudice, vinto dalla prolissità, si addormenta. Più accetta la brevità, anche se oscura: quando un avvocato parla poco, il giudice, anche se non capisce quello che dice, capisce che ha ragione“, affermava Piero Calamandrei. La burocrazia italiana e i suoi rappresentanti, in effetti, si rivelano essere spesso particolarmente lenti. E di conseguenza lunghi nei tempi da destare anche un bel po’ di polemiche.
Per questo motivo dare un’accelerata alle varie pratiche si rivela essere cosa buona e giusta. Questo a patto di garantire sempre e comunque un lavoro svolto prestando attenzione ai minimi particolari e rispettando il modus operandi dei vari operatori in gioco. Lo sanno bene gli avvocati tributaristi che di recente hanno espresso il proprio disappunto per via di una scorciatoia messa in atto dalle direzioni provinciali dell’Agenzia delle Entrate.
Ecco cosa è successo.
Liti fiscali chiuse con la scorciatoia delle Entrate che non piace agli avvocati
Al fine di risolvere la questione delle liti fiscali, le diramazioni territoriali, ovvero le direzioni provinciali, dell’Agenzia delle Entrate starebbero provvedendo ad inviare direttamente ai contribuenti degli avvisi per cercare dialogare direttamente con loro e risolvere così al più presto la situazione. Il tutto, a quanto pare, senza tener conto dell’assistenza fornita dagli avvocati.
A denunciare tale situazione ci ha pensato Uncat, ovvero l’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi. Quest’ultima, come riportato dall’Ansa, ha diffuso una nota attraverso cui ha fatto sapere di essere venuta a conoscenza di “iniziative inopportune e deontologicamente scorrette” delle agenzie delle Entrate territoriali. Per cui chiede alla Direzione centrale dell’istituto di “porre rimedio quanto prima a questa non commendevole pratica“. Entrando nei dettagli,