Liti fiscali chiuse con la scorciatoia delle Entrate che non piace agli avvocati

Gli avvocati hanno espresso il proprio disappunto per via di una scorciatoia delle direzioni provinciali dell'Agenzia delle Entrate in merito alle liti fiscali. Ecco cosa è successo.
2 anni fa
1 minuto di lettura

“Inutile la chiarezza, se il giudice, vinto dalla prolissità, si addormenta. Più accetta la brevità, anche se oscura: quando un avvocato parla poco, il giudice, anche se non capisce quello che dice, capisce che ha ragione“, affermava Piero Calamandrei. La burocrazia italiana e i suoi rappresentanti, in effetti, si rivelano essere spesso particolarmente lenti. E di conseguenza lunghi nei tempi da destare anche un bel po’ di polemiche.

Per questo motivo dare un’accelerata alle varie pratiche si rivela essere cosa buona e giusta.

Questo a patto di garantire sempre e comunque un lavoro svolto prestando attenzione ai minimi particolari e rispettando il modus operandi dei vari operatori in gioco. Lo sanno bene gli avvocati tributaristi che di recente hanno espresso il proprio disappunto per via di una scorciatoia messa in atto dalle direzioni provinciali dell’Agenzia delle Entrate. Ecco cosa è successo.

Liti fiscali chiuse con la scorciatoia delle Entrate che non piace agli avvocati

Al fine di risolvere la questione delle liti fiscali, le diramazioni territoriali, ovvero le direzioni provinciali, dell’Agenzia delle Entrate starebbero provvedendo ad inviare direttamente ai contribuenti degli avvisi per cercare dialogare direttamente con loro e risolvere così al più presto la situazione. Il tutto, a quanto pare, senza tener conto dell’assistenza fornita dagli avvocati.

A denunciare tale situazione ci ha pensato Uncat, ovvero l’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi. Quest’ultima, come riportato dall’Ansa, ha diffuso una nota attraverso cui ha fatto sapere di essere venuta a conoscenza di “iniziative inopportune e deontologicamente scorrette” delle agenzie delle Entrate territoriali. Per cui chiede alla Direzione centrale dell’istituto di “porre rimedio quanto prima a questa non commendevole pratica“. Entrando nei dettagli, Uncat contesta:

“l’invito, indirizzato direttamente al contribuente, a definire in via agevolata la lite fiscale, anche in corso di giudizio e, quindi, nonostante l’esistenza il mandato professionale all’avvocato in atti“.

Un invito che, a quanto pare, viene inviato al contribuente anche se quest’ultimo ha già vinto in primo grado. Tali avvisi, inoltre, proporrebbero l’assistenza da parte dell’ufficio legale delle direzioni provinciali per presentare domanda di definizione agevolata. Se tutto questo non bastasse, sempre come fatto sapere da Uncat, sembra che

“in alcune sedi venga inviata la intimazione al pagamento della intera somma (e non frazionata come prescrive la legge in pendenza di giudizio) dopo la sentenza di primo grado non definitiva, pur in sospensione legale dei termini di impugnazione, per i contribuenti che non hanno ancora chiesto la definizione della lite in pendenza dei termini“.

Un modus operandi, quello delle diramazioni territoriali dell’Agenzia delle Entrate, per cui Uncat chiede delucidazioni alla direzione centrale. Non resta quindi che attendere e vedere se vi saranno ulteriori risvolti in merito.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensione
Articolo precedente

Precoci: attenzione a questo requisito per non perdere il diritto alla pensione

Sec approva Etf su Bitcoin
Articolo seguente

La crisi bancaria spinge Bitcoin, sempre più dominante sul mercato delle criptovalute