La tragedia della Marmolada ha rinviato ad oggi la resa dei conti tra il premier Mario Draghi e il suo predecessore e leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Al primo l’ex premier chiederà “rispetto” per il partito che rappresenta. Le due misure-bandiera dei “grillini”, vale a dire il reddito di cittadinanza e il Superbonus, saranno difese dagli attacchi del governo e della maggioranza. Man mano che passano i giorni, la tensione non scende. Se dipendesse dalla base, i 5 Stelle uscirebbero dal governo oggi stesso.
Cosa succede se il Parlamento non approva il bilancio in tempo
Ed ecco che avanza l’ipotesi dell’esercizio provvisorio. Si tratta di una previsione dell’art.81 della nostra Costituzione per il caso in cui il Parlamento non riuscisse ad approvare il nuovo bilancio entro il 31 dicembre. A quel punto, saranno consentiti fino ad altri quattro mesi di tempo, durante i quali lo stato potrà spendere “in dodicesimi”. Cosa significa? Per ogni mese la spesa pubblica non potrà eccedere il limite di un dodicesimo degli stanziamenti deliberati per l’esercizio precedente.
Nella storia repubblicana, l’Italia è andata in esercizio provvisorio per ben 42 volte. A conti fatti, il bilancio statale risulta preservato dal meccanismo della limitazione delle spese. Eppure l’ipotesi spaventa politica e mercati. Denota l’assenza di una capacità di amministrazione ordinaria. Sarebbe il sintomo di un potere centrale allo sbaraglio. Un po’ come quando gli Stati Uniti patiscono lo “shutdown”, cioè la chiusura delle attività federali a causa della mancata approvazione in tempo del bilancio per il nuovo anno fiscale.
Ci sono elevate probabilità che l’Italia vada in esercizio provvisorio? In teoria, lo scenario avrebbe a che fare con lo scioglimento del Parlamento e l’indizione di nuove elezioni. Se il governo Draghi cadesse e il presidente Sergio Mattarella sciogliesse le Camere già questo mese, spetterebbe all’esecutivo e alla maggioranza nati dalle urne approvare il nuovo bilancio. Ma verosimilmente non disporrebbero del tempo sufficiente per farlo. Una manovra va studiata, varata, inviata a Bruxelles entro il 15 ottobre e successivamente discussa e approvata dal Parlamento.
Esercizio provvisorio scenario poco probabile
Tuttavia, appare poco probabile che il Parlamento sia sciolto prima dell’approvazione della legge di Stabilità. Se la situazione precipitasse tra i partiti della maggioranza, l’ipotesi più accreditata sarebbe che Draghi vari la manovra finanziaria entro le successive settimane e le Camere la approvino come ultimo atto della legislatura. I tempi, quindi, sarebbero anticipati. Sempre che allo “showdown” tra Draghi e Conte si arrivi davvero e che non sia tutta una manfrina dei 5 Stelle per ottenere visibilità mediatica e spazio politico e cercare di risalire nei consensi.