Lionel Messi in Serie A? Si moltiplicano gli indizi in tal senso. Pochi giorni fa, l’attaccante argentino e sei volte Pallone d’Oro si è mostrato nostalgico dei tempi in cui Cristiano Ronaldo giocava al Real Madrid, affermando che gli manchino le sfide dirette con il portoghese. E il rapporto con il Barcellona si sta deteriorando, specie dopo l’esonero dell’allenatore Ernesto Valverde e le dichiarazioni del direttore sportivo Eric Abidal, che si è espresso contro lo spogliatoio. Non sono in pochi a scommettere che al termine della stagione, tra Messi e i blaugrana possa esservi un clamoroso divorzio.
Il contratto firmato da Messi nel 2017 lo lega al Barcellona fino al 2021. Tuttavia, c’è una clausola che consente al giocatore di sganciarsi a parametro zero al termine di ogni stagione. In virtù di essa, i pretendenti potrebbero a giugno allettarlo con un’offerta, senza dovere pagare il costo del cartellino. E in Italia, a guardare all’argentino c’è certamente l’Inter, tornata competitiva in campionato e che farebbe così un colpaccio sul piano dell’immagine. Non solo avrebbe in rosa uno dei principali, se non attualmente il più importante, campione del calcio mondiale, in più ripristinerebbe sui campi della Serie A lo storico antagonismo tra Messi e CR7. Uno spettacolo per i tifosi di tutto il mondo!
Ronaldo alla Juve, grazie anche al fisco
Ma Messi non è alla portata dei più. Il suo stipendio annuale netto ammonta a 39 milioni di euro, quello lordo a 60 milioni. In più, altri 10,6 milioni li percepisce sotto forma di diritti d’immagine. Non è finita, perché dobbiamo aggiungere un premio “fedeltà” da 70 milioni, che gli verrebbe corrisposto al termine del quadriennio e che andrebbe perduto nel caso di rescissione anticipata del contratto, nonché uno alla firma di 63 milioni.
Incentivi fiscali per Messi in Serie A
Queste cifre appaiono obiettivamente proibitive per l’Inter, così come alla quasi totalità delle altre grandi squadre d’Europa. Se, invece, la nostra attenzione si concentra sul solo stipendio, la musica cambia. Il Decreto Crescita consente alle imprese italiane di sottoporre a tassazione solo il 50% dello stipendio lordo elargito a un dipendente straniero, a patto che questi non sia stato residente in Italia nei due anni precedenti, abbia sottoscritto un contratto in Italia per almeno due anni e risieda nel frattempo sul nostro territorio nazionale per oltre la metà dell’anno.
Applicando la norma al caso di Messi, otterremmo che il campione costerebbe di solo stipendio lordo all’Inter poco meno di 54 milioni, a parità di ingaggio netto rispetto al Barcellona. Il risparmio per la società sarebbe nell’ordine di quasi 15 milioni, tenuto conto della tassazione ordinaria. Non sarebbero, in ogni caso, noccioline, sebbene l’incentivo sul piano fiscale esisterebbe, così come esistette nel 2018 quando la Juventus decise di ingaggiare CR7. Certo, le altre voci innalzerebbero nettamente il costo del contratto e i conti bianconeri in netto peggioramento sul piano dell’indebitamento finanziario e dei risultati d’esercizio segnalano che operazioni così faraoniche dovrebbero essere compiute con grande accortezza.
E l’Inter non ha la stessa solidità finanziaria della Juve, con ricavi nella scorsa stagione per circa 150 milioni più bassi e perdite per oltre 48 milioni. Semmai, a dare un’ulteriore mano alla squadra allenata da Antonio Conte sarebbe un’altra norma fiscale, quella che consente ai cittadini stranieri che spostano la residenza in Italia di pagare solamente 100.000 euro all’anno su tutti i redditi maturati all’estero.