L’INPS ha da poco pubblicato il suo consueto rapporto annuale; Lo stesso ha fatto emergere alcune rilevanti questioni in merito al reddito di cittadinanza.
Il rapporto evidenzia una questione paradossale: quasi un quarto dei lavoratori italiani guadagna meno di quanto sarebbe loro assicurato dal Reddito di cittadinanza. Ma come deve essere letto questo dato? L’INPS parla di due differenti possibili effetti:
- il reddito di cittadinanza, in alcuni casi, potrebbe disincentivare la ricerca di un lavoro;
- questo strumento potrebbe contribuire all’aumento degli stipendi medi.
Vediamo meglio di cosa si tratta.
Reddito di cittadinanza, quando lavorare non conviene
Dal report dell’INPS, innanzitutto, emerge che su un totale di 2.048.394 persone beneficiarie del reddito di cittadinanza, oltre l’80 per cento è risultato non avere avuto alcuna posizione lavorativa nello stesso anno.
Questo dato, di per sé, è molto rilevante, in quanto mostra che questo strumento non sta funzionando a dovere, quanto meno per quel che riguarda la promozione di politiche attive; ossia per la ricerca di un posto di lavoro da parte dei percettori del sussidio.
A marzo 2022, l’importo medio mensile erogato è stato di 548 euro, molto differenziato tra:
- Reddito di cittadinanza (577 euro);
- Pensione di cittadinanza (248 euro).
La retribuzione media pro capite dei lavoratori, nel 2021, risulta pari a 24.097 euro; si tratta di un valore ancora inferiore a quello del 2019 (-0,2 per cento).
Ad ogni modo, il dato forse più rilevante è un altro: dal rapporto annuale emerge che circa il 23 per cento dei lavoratori italiani (dunque quasi un quarto) guadagna meno rispetto a quanto sarebbe loro garantito dal Reddito di cittadinanza (780 euro al mese).
A causa di questo fenomeno, l’INPS spiega che tali soggetti “potrebbero essere scoraggiati ad accettare un lavoro oppure incentivati a ridurre le ore di lavoro prestate o ancora a cercare soluzioni di lavoro totalmente o parzialmente sommerso”.
Al contrario, i soggetti già occupati con una buona retribuzione “potrebbero trovare sconveniente uscire dal mercato del lavoro”.
Ad ogni modo, l’INPS dice anche un’altra cosa che merita di essere citata: con il reddito di cittadinanza, i soggetti alla ricerca di una nuova occupazione hanno un maggiore potere contrattuale e “potrebbero anche riuscire ad ottenere salari più alti”.