L’occasione fa l’uomo ladro: “e io pago”!

L'Italia è il Paese dei furbi e in questo articolo un lettore ci racconta una consuetudine a cui, magari, molti non hanno mai prestato la dovuta attenzione.
5 anni fa
1 minuto di lettura

Giusto per riprendere un discorso che ho affrontato qualche giorno fa sull’assegno sociale in cui è emersa la mentalità tipica degli italiani, la mail di questo lettore mi ha fatto sorridere perché offre un’istantanea di quella che è l’Italia. Siamo il Paese dei fannulloni, di coloro che se possono approfittano delle occasioni per lavorare meno (o non lavorare affatto), siamo il Paese che trova gli escamotage per poter “succhiare” allo Stato (o al datore di lavoro a seconda dei casi) il possibile.

Sono fiera di essere Italiana per tanti versi, ma per tanti altri me ne vergogno. Quando mi scrivono le persone che vogliono approfittare della legge 104 mi vergogno, quando mi scrivono quelli che vogliono “barare” sulla pensione mi vergogno, quando mi arrivano mail sul reddito di cittadinanza in cui mi si chiede se si può comprare questo o quello (e vi garantisco che non chiedono parere su beni di prima necessita’) mi indigno, anche perché quel reddito di cittadinanza viene pagato anche con il mio contributo.

Proprio per questo ho deciso di pubblicare la mail del nostro lettore, perché offre uno scorcio tutto italiano che fino ad ora non aveva catturato la mia attenzione:

Signora Patrizia buongiorno, come in Italia si suol dire, l’occasione fa l’uomo ladro. Una decina di giorni orsono (era un mercoledì) vado dal medico di base, fuori dalla porta della sala d’aspetto, trovo parecchie persone che, come me, volevano fruire del medico di base perché il giorno successivo (il giovedì) era la festa del patrono del paese e lo studio medico sarebbe stato chiuso.

Dopo una lunga nonché inutile attesa, qualcuno si decise di chiamare in comune per chiedere informazioni, la risposta fu: oggi è prefestivo e i medici non ci sono. La festa del patrono è pagata dallo stato ma riguarda solo il giorno festivo, il “prefestivo” come a qualcuno piace definirlo è un comunissimo giorno feriale e lavorativo. Dice bene Totò “e io pago”.

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