Da Nord a Sud monta l’euro-scetticismo
E va detto che nemmeno quello voluto dal governo Cameron è un referendum vincolante, ma in democrazia il parere del popolo conta, più che mai peserà come un macigno su un tema così sensibile. Per Bruxelles, i prossimi due mesi e mezzo saranno vissuti con uno stato d’animo molto cupo. Da Nord a Sud, l’architettura europea si sta sgretolando. Ricordiamoci, che due paesi dell’Eurozona sono senza governo (Spagna e Irlanda), dopo che quelli uscenti non hanno ottenuto la riconferma, a causa del boom registrato da formazioni contrarie alle politiche di austerità. Altri sono riottosi contro i commissari (Italia, Grecia, Finlandia, Portogallo), altri ancora segnalano insofferenza verso la UE (Polonia e Ungheria, ma non solo). Il referendum del 23 giugno non sarà solo un tagliando del tasso di europeismo dei Sudditi di Sua Maestà, ma un test sul futuro delle istituzioni europee da un lato e della moneta unica dall’altro. L’euro non si regge senza istituzioni centrali adeguate, ma queste sono impossibili senza un consenso popolare minimo.
E il trend appare meno che mai sfavorevole.