Classe media in fuga dal centro
Poiché il boom dei prezzi delle case a Londra sta creando una vera situazione di allarme sociale – la classe media sta spostandosi sempre più in periferia – il cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond,. ha stanziato 3 miliardi di sterline, con l’obiettivo di costruire 90.000 abitazioni entro i prossimi 5 anni.
Il tema è stato affrontato anche alle recenti elezioni comunali, dove i principali candidati si sono tutti detti d’accordo nel consentire nuove costruzioni, pur con accenti diversi sul mantenimento delle aree verdi.
Il ruolo degli investitori stranieri
C’è del vero in questa affermazione, anche se i dati appaiono più complessi. Essendo sede della City, una piazza finanziaria di livello mondiale, Londra è ormai considerata una meta per i grossi finanzieri di ogni angolo del pianeta. Tuttavia, la quantità di immobili da questi detenuti sul totale è ancora minima. Attenzione, però, perché Finding Shelter ha trovato che nel 2012, l’85% degli immobili acquistati nelle aree centrali è andato a investitori stranieri, mentre l’agente immobiliare Savills sostiene che l’anno seguente, gli investimenti esteri a Londra sarebbero ammontanti a ben 7 miliardi di sterline, 5 volte in più di quelli dei soli britannici. E i due terzi delle case acquistate da cittadini non europei avrebbero non una finalità abitativa, ma di puro investimento.
Londra, insieme alla canadese Vancouver, viene considerata la città a maggior rischio di esplosione della bolla immobiliare. La Brexit potrebbe avere conseguenze contrastanti sul suo mercato del real estate. Da un lato, ridurrebbe l’appeal degli investitori stranieri e, di conseguenza, potrebbe spingere in basso i prezzi, ma dall’altro, il solo fatto che la sterlina abbia perso il 17% contro il dollaro e il 10% contro l’euro dal giorno del referendum agevola la domanda estera con finalità speculative.