L’oro straccia le borse e i bond: l’8,5% all’anno dal 2006

L'oro resta non solo il bene-rifugio per eccellenza, ma alla lunga anche l'investimento più azzeccato, come dimostrano i dati.
9 anni fa
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Borse deludenti, malissimo Piazza Affari

E’ andata peggio a chi ha investito nella borsa italiana, che ha perso in un decennio il 55% del suo valore. Chi avesse tenuto fermi i suoi risparmi a Piazza Affari avrebbe registrato una perdita media annua del 4,5%. A brillare in Europa è la Borsa di Francoforte, cha ha registrato un andamento del tutto speculare a quello di Milano: chi ha investito qui 10 anni fa si porterebbe oggi a casa un valore del 55% più alto, pari a un rendimento medio annuo del 4,5%.

Male, invece, in Francia, dove la Borsa di Parigi ha esitato dal 2006 ad oggi un rendimento medio negativo del 2% all’anno. Nemmeno Londra ha fatto bene, anche se ha evitato per un soffio il segno meno. Resta il fatto che la City ha offerto un rendimento medio annuo poco superiore allo zero (+0,3%).

Nemmeno i bond eguagliano l’oro

Se dall’Europa ci spostassimo in America, scopriremmo che nemmeno Wall Street ha tenuto il passo con l’oro, avendo fatto guadagnare agli investitori una media del 3,7% all’anno dal 2006. Il Giappone, invece, non è andato oltre il -0,5%, nonostante il balzo della Borsa di Tokyo dalla fine del 2012 al dicembre dello scorso anno. Considerando gli investimenti sul mercato obbligazionario, la musica non cambierebbe granché: a titolo di esempio, i bond governativi dell’Eurozona con scadenze superiori ai 10 anni hanno reso mediamente il 7% all’anno, un risultato molto apprezzabile, ma che ugualmente non riuscirebbe a scalfire il primato dell’oro. Peggio hanno fatto, poi, le obbligazioni emesse dalle società non americane e con rating “non investment grade”, quelle che essendo considerate a rischio, dovrebbero rendere di più. Invece, al lordo dell’effetto cambio, la loro performance è di appena il 4% annuo.    

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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